Mettiamo che uno si trovi a Maiori. Mettiamo che faccia caldo e gli venga voglia di una bella limonata. Mettiamo che i bar siano tutti pieni e mettiamo anche che sia uno di quei giorni in cui si ha bisogno di pace e meditazione. C’è una strada, passando per via Pedamentina e via Vena, che comincia come una salita piena di scale e a guardarla non viene proprio la voglia di salirci su. Però ha qualcosa da regalare.
Un po’ incerti, si decide di salire il primo gradino. All’inizio è tutto muri, pietre e case arroccate. Passo dopo passo, i primi incontri: qualche gatto stanco, steso in penombra nell’androne di un palazzo che non si capisce bene come faccia a stare lì così fermo, in pendenza. Su una panchina, alcuni uomini dai capelli bianchi si scambiano i ricordi, seduti in una piccola piazzola che fa da intramezzo tra una pila di scale e un’altra. Una fontana offre l’occasione di una sosta. Poi ancora scale, si ricomincia.
Il sole batte forte e viene quasi da chiedersi se non sia il caso di tornare indietro, verso quel bel bar che sicuramente adesso ha un posto libero. Che fare? Tornare e godere di un caratteristico lungomare, una passeggiata all’ombra di alberi che costeggiano la costa, un buon gelato e qualche chiacchiera davanti ai chioschi della via principale. Però, qualcuno ha detto che c’è qualcosa, oltre queste scale… Va bene, rischiamo.
Il sole sfida alto la volontà dei titubanti, ma è un attimo che arriva il primo regalo: i fiori viola si interrompono e il cielo si apre su una finestra di blu. È cominciato il Sentiero dei limoni, la via che collega Maiori e Minori da prima che a farlo ci pensasse la statale amalfitana. È appena iniziata un’immersione nella macchia mediterranea, percorrendo la costa alta consumata dai contadini per secoli, come unica alternativa al mare. La curiosità di scoprire i suggestivi angoli scolpiti nella roccia grezza ruba sempre più spazio alla fatica. Arrivati in cima, ai punti più alti, la bellezza toglie il fiato molto più dei passi.
Sì, ma eravamo partiti con la promessa di una limonata. Il sentiero sa saldare i suoi debiti e ricompensa generosamente gli sforzi: basta fermarsi in uno dei diversi punti di ristoro, che qui non sono locali ma case. Chi coltiva limoni spesso li offre già pronti da bere ai passanti. Gli agrumi della Costiera sono grandi e succosi; soprattutto, non c’è niente da scartare. La buccia doppia ricorda i cedri, ma è morbida e dolce. Qui si chiamano limoni pane. Ma non sono l’unica attrattiva del percorso: nei circa cinquanta minuti di piacevole cammino si incontrano viti, fichi, piante di pomodori e fagioli che penzolano ancora chiusi nei loro baccelli.
C’è chi propone specialità casalinghe, chi organizza tour privati ai propri limoneti. Immancabili le case vacanze, come la Limonaia della Torretta, suggestivo angolo a picco sul mare, protetto dall’ossatura della penisola, i Monti Lattari. A 284 gradini dalla fine, il belvedere Mortella, dal nome che prende il mirto tra la gente del posto. Davanti, la Basilica di Santa Trofimena di Minori, le casette colorate incastonate nella pietra. E poi Ravello, Agerola, Amalfi, immersi nella cornice verde e blu della naturale bellezza mediterranea.
La passeggiata continua scoprendo vicoli stretti, sormontati da lampioni sopravvissuti al tempo, supporti alla vegetazione che continua la sua arrampicata lenta e costante. Ancora qualche passo, ancora qualche gradino, ed ecco il capolinea: Minori, che per qualcun altro è stato punto di partenza dello stesso tragitto. E, poiché le sorprese non finiscono, dopo la limonata è il momento del dolce, che se di base ha gli agrumi del posto è scelta sicura. Infine, un tuffo nell’azzurro brillante del mare che fino a pochi minuti prima si ammirava dall’alto. Il ritorno, più veloce e meno selvaggio, può essere percorso a piedi o in bus, costeggiando tutto il litorale che collega i due piccoli gioielli, in provincia di Salerno.
Il sentiero è un’emozione che non si compra, si vive: è natura che si dona e ricambia senza risparmio le cure. Un motivo in più per visitare la Costiera, semmai ne servissero, e un incentivo a godere del viaggio in modo diverso. La prova che relax e spirito di scoperta possono convivere. Una rigenerante immersione in un contesto bucolico che termina lungo le strade fatte di negozi e botteghe, sul meraviglioso sfondo patrimonio UNESCO.
