• L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Alessandra Trifari e il suo “merito di Napoli”

Francesca Testa di Francesca Testa
27 Agosto 2021
in Interviste
Tempo di lettura: 5 minuti
Share on FacebookShare on TwitterInvia su WhatsApp

Il merito di Napoli, progetto editoriale di Rosario Bianco e Gianpasquale Greco, ha dato vita a una collana di dodici volumi premiando delle tesi di laurea allo scopo di trasformarle in testi divulgativi che guidassero alla scoperta di alcuni aspetti di Napoli che non sono ancora noti. Uno di questi studi porta la firma di Alessandra Trifari, disegnatrice, che ha presentato il suo libro lo scorso gennaio presso il Gran Caffè Gambrinus e alla quale ho posto alcune domande sulla pubblicazione.

Cosa pensi di questo progetto e com’è nato il tuo La fortuna di Caravaggio nell’Ottocento napoletano?

Può interessartianche...

“Il sesso degli alberi” di Alessio Arena, della bellezza e dell’orrore di sentirsi altro

LUK e la musica: qualcosa per cui vale la pena vivere

Napoli Petrolio, dualità e folclore

«Il mio volume è la tesi di laurea magistrale che ho discusso con il Prof. Tomaso Montanari. L’idea è nata dal corso di storia dell’arte moderna tenuto dal professore durante il quale sono rimasta estremamente incuriosita dallo strano percorso artistico di Caravaggio, la sua fama in vita, quella post mortem, l’assurdo oblio e la riscoperta. Inoltre, sono appassionata di arte dell’ultimo Ottocento. Mi interessava indagare le cause di quest’oblio e dimostrare come invece la “presenza” del pittore si facesse sentire in diversi artisti napoletani del XIX secolo. Dopo la discussione della tesi, ho sentito parlare del progetto Il Merito di Napoli all’interno delle conoscenze universitarie e mi ha subito colpito. La casa editrice, Rogiosi Editore, ha seriamente investito su di noi e credo che questa sia la dimostrazione più eclatante del valore dei nostri lavori. Inoltre, credo che ogni studente ambisca a non lasciare la propria sudata ricerca chiusa nel cassetto ma a divulgarla il più possibile.»

È tua intenzione approfondire ulteriormente le ricerche effettuate e, perché no, dedicarti a un seguito, un’altra pubblicazione?

«Per gli studi riguardanti La fortuna di Caravaggio credo di fermarmi qui ma mai dire mai, sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Intanto, continuo a scrivere e sono prossima alla pubblicazione di un nuovo testo, stavolta un romanzo, ma comunque avente come tema principale l’arte e la storia dell’arte.»

Cos’è che ti ha colpito di più dell’arte del Caravaggio?

«Senza dubbio di Caravaggio mi colpisce tuttora la straordinaria e personalissima interpretazione del reale, dell’essere umano, delle emozioni, della luce, fino a quell’epoca assolutamente sconosciuti. Potrei riassumere il mio pensiero con la frase del critico inglese Roger Fry: Caravaggio è il primo artista a non procedere per evoluzione ma per rivoluzione. Ha dato il via a una nuova epoca.»

Secondo te, se la presenza di Caravaggio non fosse stata così evanescente, come la definisci nel tuo libro, avrebbe lasciato lo stesso un’impronta così profonda e suscitato così tanti curiosità, timore e rispetto?

«Gli artisti che ho trattato hanno avuto un rapporto con l’arte di Caravaggio perlopiù diretto, schietto, osservando i suoi quadri e non sentendo parlare troppo di lui o studiando dalle – poche e blande – fonti. È stata l’arte di Michelangelo Merisi a colpirli, non il suo mito. Forse, se avessero avuto modo di studiarlo anche come grande artista, sarebbero stati semplicemente più acculturati, ma è proprio l’aspetto del tutto involontario di questa influenza che ha interessato la mia ricerca.»

Caravaggio è stato in qualche modo messo da parte dalla società. Credi che questo fosse dovuto al fatto che la sua visione/interpretazione verso il sacro andasse controcorrente?

«Di sicuro, il suo modo di interpretare la religione andava contro ogni dettame dell’epoca, un’epoca – ricordiamolo – che era governata dalla Controriforma e che non lasciava spazio alla novità. Roberto Longhi diceva che allora non si chiedeva verità alla pittura ma nobiltà e devozione. Caravaggio aveva rivoluzionato l’arte non solo desacralizzando le figure sacre – ma tengo a precisare che non era affatto blasfemo, anzi, era molto legato a Dio, solo non gli importava la mediazione della Chiesa, un po’ come Michelangelo – ma anche traducendo in pittura ciò che della realtà non veniva allora considerato: il concetto di brutto, il naturalismo, il luminismo. Di certo, la sua reputazione non ha aiutato, anzi, ha contribuito a plasmare il mito del pittore maledetto, ma tutto è partito da una generale non accettazione delle novità dovuta ovviamente alla non conoscenza e alla rigidità della censura. Non è un caso che, pochi anni dopo, i grandi maestri abbiano carpito parecchio dal suo linguaggio, tuttavia si guardavano bene dal dirlo in giro perché non era conveniente.»

Credi che Vincenzo Gemito possa essere considerato il Caravaggio della scultura?

«Per certi versi potrebbe, anche se esistono delle differenze di pensiero dovute ovviamente agli influssi culturali dell’epoca. Gemito non affronta il tema religioso – ma quasi certamente l’avrebbe fatto se fosse vissuto nel Seicento, era una questione di committenze –, la sua resa è molto influenzata dalle varie Scuole d’arte nate in quel periodo e dall’Impressionismo. Ciò ha fatto sì che la sua scultura fosse in continua evoluzione. Ma il punto centrale, la ricerca assoluta del vero, è ciò che li accomuna di più senza ombra di dubbio.»

C’è qualche artista che, oggi, in un’arte che si è completamente rivoluzionata negli anni, possa essere considerato un prosecutore del Caravaggio?

«Ci sono moltissimi artisti odierni, famosi e non, che dipingono alla maniera di Caravaggio, dichiarandosi esplicitamente Caravaggeschi contemporanei. Mi vengono in mente Rocco Normanno e Michelangelo della Morte ma la lista, con le dovute ricerche, sarebbe lunghissima.»

Credi che Napoli sia ancora oggi un luogo rivoluzionario dove l’arte possa appartenere a tutti e dove tutti possano comprenderla?

«Ritengo che Napoli sia e sia sempre stata una città estremamente accogliente, aperta a nuovi stimoli e orizzonti che affronta la vita con occhio diverso, meno reazionario per certi versi.»

Visto che disegni, quanto il modo di disegnare degli artisti di cui hai parlato ha influenzato il tuo modo di fare arte?

«Per quanto ci siano state delle volte in cui ho tentato qualche esperimento, non c’è stata nessuna particolare influenza. Ho stile e tecniche decisamente diversi e molto gioca la richiesta dei committenti. Comunque sono più tipo da scrivania e riferimenti fotografici.»

Quanto la follia è importante nella vita di un artista? È un caso che due artisti su tre, Gemito e Mancini, abbiano nel tempo perso la ragione per mezzo dell’arte?

«La connessione genio-follia è un argomento su cui si dibatte ancora tantissimo e che mi ha sempre affascinato. Sono stati condotti vari studi scientifici a riguardo e molti hanno come risultato la possibile incapacità delle menti geniali di filtrare la realtà esterna. Nulla di accertato ma, personalmente, credo che nascere con una determinata vena artistica comporti il possedere una sensibilità nei confronti del mondo e della vita differente, che reagisce diversamente in base al contesto sociale.»

Prec.

Donne: una follia chiamata Decreto Pillon

Succ.

Giovani, volontariato e opportunità

Francesca Testa

Francesca Testa

Articoli Correlati

alessio arena il sesso degli alberi
Billy

“Il sesso degli alberi” di Alessio Arena, della bellezza e dell’orrore di sentirsi altro

3 Giugno 2025

Alessio Arena non è uno scrittore. Mi spiego meglio: è molto di più. Alessio è la capacità, rara, di fare della parola la più alta forma di espressione, di lirica e incontro, così personale e autentica da non rischiare...

luk
Interviste

LUK e la musica: qualcosa per cui vale la pena vivere

28 Aprile 2025

Enzo Colursi è un cantautore napoletano classe 1991. Con la band Isole Minori Settime arriva in finale al Premio De André nel 2015. Nel 2017, dopo quattro anni di intensa attività live, il gruppo si scioglie e prende vita...

Napoli Petrolio
Interviste

Napoli Petrolio, dualità e folclore

6 Marzo 2025

Lo scorso 21 febbraio è andato in scena lo spettacolo Napoli Petrolio all’Hubside di Somma Vesuviana (NA), scritto e diretto da Gaetano Iervolino, in arte Tanuzzo, con “aneddoti” di Raimondo Castaldo, interpretato da Raimondo Castaldo, Chiara Cianciola, Michele D’Avino,...

volevamo magia
Billy

“Volevamo magia”: intervista a Matteo Quaglia

6 Febbraio 2025

Un romanzo avvincente e ipnotico sui sogni che si scoprono incubi. È così che la casa editrice nottetempo presenta Volevamo magia, il primo libro di Matteo Quaglia. Ma cosa significa cercare la magia? È una fuga dalla realtà o...

Succ.
Giovani, volontariato e opportunità

Giovani, volontariato e opportunità

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I più letti del mese

  • porno napoli o napoli porno di deborah d'addetta

    Porno Napoli (o Napoli Porno, vedete un po’ voi)

    1276 shares
    Share 510 Tweet 319
  • Storia eretica del sangue mestruale

    955 shares
    Share 382 Tweet 239
  • Pier Paolo Pasolini e l’Italia dello sviluppo senza progresso

    721 shares
    Share 288 Tweet 180
  • Esorcisti e psichiatri: demoni o psicosi?

    848 shares
    Share 339 Tweet 212
  • “Il grande Gatsby” e la luce verde del “sogno americano”

    728 shares
    Share 291 Tweet 182
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy policy

Direttore: Alessandro Campaiola

Registrazione al Tribunale di Napoli – Autorizzazione n. 35 del 15/09/2017

Le foto presenti in MarDeiSargassi.it sono reperite su internet, pertanto considerate di pubblico dominio.
Qualora il proprietario di una o più di queste dovesse ritenere illecito il suddetto utilizzo, non esiti a contattare la redazione affinché possano essere rimosse

Iscriviti alla nostra newsletter.

© Copyright 2024 Mar Dei Sargassi | All Right Reserved
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie