Medici Senza Frontiere e i fotografi Magnum si incontrano da circa cinquant’anni sulla linea del fronte, nelle calamità naturali e nelle emergenze umanitarie. I loro racconti, fatti di parole e fotografia, seguono da sempre gli stessi principi di etica e indipendenza. Guardare Oltre è la mostra fotografica, in collaborazione con Magnum Photos e con il patrocinio del Comune di Napoli, che si terrà a Palazzo Reale fino al 25 aprile.
Sono venti gli scatti che vanno a raccontare le principali crisi umanitarie dal 1971 a oggi: dai conflitti in Afghanistan e Libano degli anni Settanta e Ottanta al terremoto ad Haiti, dalle attuali rotti migratorie nel mar Mediterraneo alla pandemia di Covid-19. Queste immagini non vogliono soltanto mostrare vicende terribili accadute, ma dare estrema importanza proprio al tema della testimonianza, un mezzo per raccontare, guardando oltre, ogni ostacolo e indifferenza.
Il direttore Mario Epifani ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di ospitare questa esposizione nel Cortile d’Onore, proprio nel cuore del Palazzo Reale di Napoli, al centro della città. Il Palazzo per la sua importanza, il valore simbolico e la forza della sua presenza storica si presta a rappresentare un palcoscenico da cui trasmettere messaggi di impegno civile e sociale. Così come è stato, nel recente passato, quando abbiamo ospitato la casa di Rosa Parks, simbolo della lotta per l’uguaglianza e il percorso della piccola Amal a testimonianza del doloroso cammino dei rifugiati. Speriamo che anche questo evento possa essere un piccolo contributo per il risveglio della coscienza di ognuno di noi, in un momento storico così travagliato».
L’agenzia Magnum, come scrive nel suo L’occhio della fotografia Italo Zannier, fondata a Parigi nel 1947 da Henri Cartier-Bresson con un gruppo di amici tra cui il transfuga ungherese Robert Capa, è significativa del nuovo ruolo che il fotografo intende assumere nella società, promuovendo egli stesso l’informazione, mediante orientative e ideologiche scelte tematiche espresse con un linguaggio d’autore, che oltre al controllo totale dell’iter comunicativo, da effettuarsi fino alla stampa definitiva, non ammette mutilazioni dell’immagine o alterazioni e manipolazioni sostanziali del “reportage”, nei suoi fondamentali contenuti.
La Magnun Photos non è stata soltanto un’agenzia, sia pure singolare, ma ha rappresentato una nuova ideologia del fotogiornalismo e, più in generale, della comunicazione visiva.
Tra gli scatti presenti alla mostra ci saranno quelli di Raymond Depardon, il primo ad aver documentato l’azione di Medici Senza Frontiere in Ciad nel 1977. Quando scatto queste foto, sono fuori di me. Siamo stati testimoni, sapevamo cosa sarebbe successo. Prendere in mano la macchina fotografica significa almeno confrontarmi con questa responsabilità: non voglio far finta di niente, ha scritto Gilles Peress in Les Tombes sul massacro di Srebrenica, quando MSF era l’unica organizzazione ancora presente. Altri scatti testimoniano l’emergenza HIV in Africa, il terremoto di Haiti, la rotta migratoria del Mediterraneo e sono realizzati da Paolo Pellegrin che, a bordo della Bourbon Argos, ha raccontato le prime attività di ricerca e soccorso di MSF nel 2015.
50 anni di umanità è la frase che riassume la storia di Medici Senza Frontiere e sono parole che vengono portate avanti ogni giorno da migliaia e migliaia di operatori impegnati a portare cure mediche e aiuto in oltre ottanta Paesi.
La mostra sarà visibile tutti i giorni, dalle 9 alle 20, a ingresso gratuito. I fotografi protagonisti degli scatti presenti sono: A. Abbas, Enri Canaj, Raymond Depardon, Thomas Dworzak, Stuart Franklin, Hiroji Kubuta, Lorenzo Meloni, Paolo Pellegrin, Gilles Peress, Cristina Garcia Rodero, Moises Saman, Jerome Sessini, Chris Steele-Perkins.