La street art prende vita, in maniera del tutto inaspettata – inopinatum direbbero i latini –, nella dimensione stradale, nello spazio pubblico urbano attraverso la stencil art, la sticker art e la poster art, ma anche grazie a installazioni, videoproiezioni, yarn bombing, subvertising e wall painting. Si tratta di una forma di espressione assolutamente creativa, ma non per forza artistica, che nasce nella strada e per la strada. In Italia, la sua musealizzazione si è diffusa particolarmente a partire dal 2016 e a oggi si continua in questa direzione. «La street art ha la capacità di suscitare reazioni in tutti noi, indipendentemente dall’età», ha dichiarato lo scrittore Paul Goghi e la sua presenza nei musei non può che spingere ancora di più l’uomo a riflettere sugli argomenti spesso trattati dai writer.
Il semiologo Roland Barthes disse che il muro, si sa, attira la scrittura. Queste sue parole riconducono a una pratica primordiale dell’uomo che non è altro che l’espressione di un bisogno di comunicare e lasciare una traccia del proprio passaggio ai posteri. Graffiti e pitture rupestri sono testimonianze rinvenute già in epoca classica, scoperte nelle prime abitazioni degli uomini, le caverne, che raccontano l’attività quotidiana. Questo profondo desiderio di influenzare l’aspetto estetico del nostro habitat ha assunto forme sempre più originali in quanto la consapevolezza legata alla nostra esistenza è cresciuta insieme al bisogno di testimoniare il pensiero, pro oppure contro, di una certa epoca.
Oggi la street art sembra aver compiuto passi da gigante diventando oggetto di studio presso Inopinatum, il primo centro studi universitario italiano dedicato alla ricerca e all’analisi interdisciplinare sulla creatività urbana, nello specifico: street art, graffiti writing, muralismo, urban design ed espressioni affini. Si tratta di un progetto che era stato proposto nel 2019, durante il COM.P.A. Conferenza Nazionale delle Facoltà e Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, da INWARD, Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana. Inopinatum vede la sua sede a Napoli, presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e il suo coordinamento scientifico è guidato in particolar modo da INWARD e dall’istituto universitario, intersecando tutti i possibili indirizzi di studio: scienze formative, psicologiche e della comunicazione, umanistiche e giuridiche.
Lo scopo di elevare la street art in generale a centro di studi è dovuto al crescente interesse verso questo fenomeno. Inopinatum, infatti, vuole rispondere proprio alle esigenze di ricerca, formazione, divulgazione, sviluppo, sperimentazione, edizione, informazione e comunicazione fornendo anche supporto e consulenza specializzata a enti, organizzazioni, aziende e altri soggetti che richiedono l’attivazione delle competenze del centro. Direttore scientifico del progetto è Luca Borriello, che in merito ha rilasciato un’intervista davvero interessante ad Artribune.
La street art, in questo caso, sarà trattata a 360° perché Inopinatum tra i diversi ambiti di applicazione abbraccerà non soltanto storia, critica e mercati dell’arte, conservazione e restauro, ma anche marketing, comunicazione, organizzazione di eventi, amministrazione pubblica, impresa privata, giurisprudenza, diritto d’autore, riproducibilità commerciale ed effetti e incidenze sociali dell’arte urbana su territori e comunità. L’interdisciplinarità della street art è il risultato di una difficoltà, se non impossibilità, di fissare un’area di definizione, come scrive la Treccani, in quanto non risultante dal comune accordo di un gruppo in relazione a uno specifico fenomeno dai princìpi certi ma più frutto di una letterale designazione dell’arte presente in strada, la quale peraltro, in forme diverse, è sempre esistita. La street art corrisponde più alla pratica in tempo reale dei singoli artisti che non a un movimento unitario come tale è la stessa attività dell’artista che plasmando di volta in volta il contenuto racchiuso dall’espressione non permette di arrivare a una definizione risolutiva.
Imprevista impertinenza: è questo il significato che vuole assumere Inopinatum che prende spunto, provocatoriamente, dal mondo insperata atque inopinata verba – parole inattese e imprevedibili – che l’antico retore Frontone scelse per promuovere un linguaggio inusuale e dirompente nel panorama verbale. Quanto “opinatum” diventi “inopinatum” è espresso dal logo del centro studi: sono insieme due font, quello ufficiale lapidario campionato dalla Colonna Traiana e quello inatteso e popolare campionato dai “graffiti” di Pompei.