Un tempo di mezzo secolo (Iod Edizioni) è il nuovo romanzo di Cristiana Buccarelli. Scrittrice e dottoressa di ricerca in storia del diritto romano, ha vinto con il libro Eco del Mediterraneo la V edizione del Premio Melissa Cultura 2020 e la IV edizione del Premio Internazionale Castrovillari Città Cultura 2020.
Un tempo di mezzo secolo è un romanzo autobiografico, che riesce a racchiudere tra le sue preziose pagine le vicende della protagonista “Letizia” e gli avvenimenti storici che hanno segnato più di una generazione. Una storia che abbraccia cinquant’anni di vita, non soltanto personale, ma che coinvolge tutti coloro che sono nati nella metà degli anni Settanta.
Il romanzo scorre veloce, la lettura è piacevole e alterna momenti intimi, dai quali traspare il legame dell’autrice con il padre, con la sua terra e la casa in cui è cresciuta, a momenti più crudi. Fatti di cronaca che hanno segnato la società e che, inevitabilmente, hanno influito sulla vita di molti. Ciò che accade nel mondo e in Italia in quel periodo si inserisce spesso con forza nella scrittura, creando quasi dei momenti di pausa dalla narrazione della protagonista. Ed ecco che durante l’infanzia, nella quale Letizia sperimenta la meraviglia, la scoperta e la curiosità, la notizia del delitto di Aldo Moro irrompe, suscitando in lei nuove sensazioni che soltanto più in là comprenderà appieno.
In quegli anni vivrà l’elezione di Papa Giovanni Paolo II, il tentato omicidio del pontefice per mano di Mehmet Ali Ağca, la bomba di Bologna, la vicenda di Alfredino Rampi, la minaccia della guerra nucleare. Tutto questo “tempo degli eventi”, che ancora non le appartiene, questo senso per lei ancora incomprensibile di catastrofe, si alterna al vissuto quotidiano, tra i ricordi delle estati a Tropea, nel complesso “La Pineta”, la scuola e la gioia generale dell’Italia che vince i mondiali di calcio. In questo susseguirsi di vicende ed emozioni i libri diventeranno i suoi compagni di viaggio. Letizia troverà spesso rifugio nella letteratura italiana e straniera, in quelle pagine che spingono a riflettere e crescere, ai confronti con il padre: i libri sono e saranno sempre per lei un mondo sicuro.
Nel romanzo emerge forte il legame di Letizia con la sua famiglia attraverso la descrizione dettagliata dei giorni trascorsi insieme, una narrazione impregnata di dolcezza che racconta di un tempo molto diverso e lontano dai fatti di cronaca con i quali si alterna. Sono momenti preziosi che trascorrono lenti e spensierati, restituendo una dimensione più intima e, dunque, vicina alla sensibilità del lettore.
Nel periodo della sua adolescenza l’omicidio di Giancarlo Siani creerà maggiore consapevolezza in Letizia, la mafia e tutte le sue sfumature diventeranno argomento di discussione non soltanto a scuola. E poi ancora, la caduta del Muro di Berlino e i cambiamenti che questo momento porterà la spingeranno verso riflessioni più profonde legate anche a tematiche sociali quali le differenze tra uomo e donna, la politica, la globalizzazione, la tecnologia che diventa pian piano un elemento fondamentale per la società.
Dopo la strage di Capaci e poi quella in via d’Amelio, le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino “continueranno a gravitare nella sua mente”: sono sfumature di inferno che restano in lei e dove lo sguardo incantato sul mondo inizia di colpo a risvegliarsi. Del resto, l’infanzia, così come l’adolescenza e la giovinezza, sono momenti della vita in cui non tutto riesce a raggiungerci, ciò che accade intorno a noi può sfiorarci, ma spesso le emozioni e le sensazioni diventano qualcosa di lontano, come se non ci appartenessero.
Molte volte si è così incastrati nella propria quotidianità, negli impegni, nel correre ogni giorno, che si percepisce il mondo in maniera ovattata, distante, qualcosa che viene chiuso fuori. In realtà, anche gli avvenimenti più lontani riescono a raggiungerci, lasciando segni invisibili e indelebili che influenzeranno la nostra intera esistenza, spingendoci a protestare, a cambiare, a far sentire la nostra voce.
L’università sarà per Letizia un vero e proprio passaggio all’età adulta: prima si trasferirà a Firenze e poi, infine, a Napoli, città dove tuttora vive e lavora.
Forse questa città l’aspettava da sempre nella sua molteplicità. La città alta aerea e leggera, fatta di un’energia vertiginosa, che invade tutto il borgo della Pedamentina, sale fino a San Martino, prende il Castello, attraversa i palazzi liberty del Vomero, ed è capace di farla rimbalzare, soprattutto di notte, in un tempo quieto e sospeso. E poi la città bassa, il cuore più antico di Napoli che le fa ascoltare le viscere della terra.
Un tempo di mezzo secolo è un romanzo che racchiude un arco temporale prezioso, una transizione tra due secoli che, soprattutto per coloro nati in quegli anni, risulta suggestivo, malinconico. Un diario personale nel quale i ricordi della scrittrice/protagonista diventano emozioni condivise, anche da chi non ha vissuto quel periodo in prima persona. Le emozioni, quando semplici e vere, in qualche modo, raggiungono tutti e la scrittura di Buccarelli, così fluida, rende la lettura ancora più piacevole e condivisibile.
Non sa se è il tempo ad attraversarla, oppure se è lei che attraversa il tempo, ma è certa che non può afferrarlo, che non può fermarlo, che può solo custodirlo dentro di sé. Vuole attraversare quel tempo vissuto, tutto quel mondo scolpito e, attraverso la sua memoria individuale, ritrovare una memoria collettiva. Il fluire del tempo e della Storia.