• L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Coronavirus: perché abbiamo paura

Alessandro Campaiola di Alessandro Campaiola
25 Febbraio 2020
in Il Fatto
Tempo di lettura: 4 minuti
Share on FacebookShare on TwitterInvia su WhatsApp

Il coronavirus è in Italia. Sono giorni drammatici per le regioni a nord del Paese – Lombardia e Veneto su tutte –, giorni scanditi dai critici aggiornamenti dei bollettini sanitari relativi ai contagi da COVID-19, l’epidemia partita dalla Cina che ora spaventa il mondo intero. In poco più di ventiquattro ore, infatti, l’Italia è diventato lo Stato più colpito d’Europa dalla malattia, un contagio rapidissimo e violento che ha messo in ginocchio il Settentrione e minaccia il resto della penisola.

Oltre 200 i casi accertati, già 7 i decessi, i confini di intere città completamente sbarrati dalle forze dell’ordine, focolai in isolamento forzato, gare sportive sospese e – cosa ben più grave – nessuna informazione tangibile sui perché, tantomeno alcuna certezza di ciò che sarà nei prossimi giorni. Evidente – in queste ore che tanto somigliano a un racconto di guerra – è la paura che si diffonde anche più del coronavirus, una psicosi non di certo incomprensibile, ma dalla quale dobbiamo provare a metterci in guardia.

Può interessartianche...

Manfredi, tu vuo’ fa’ l’americano

Gaza: 18mila morti che non fanno effetto

Giulia Cecchettin: l’incapacità di parlarne

Cosa fare? Al contrario di molti sciacalli pronti ad approfittare anche di un momento tanto complicato pur di ingrossare i propri consensi, non offriremo risposte e non affermeremo che una soluzione è migliore rispetto a un’altra. Non siamo medici, virologi, siamo opinionisti – è vero – ma di fatti dei quali possiamo accuratamente documentarci prima di offrire al lettore la nostra analisi. Da cronisti proveremo a porre e porci gli interrogativi che albergano negli animi inquieti di tanti concittadini, adoperando quel pizzico di lucidità che dovrebbe essere propria del nostro lavoro. 

Perché le autorità sanitarie non sono state in grado di riconoscere i sintomi in tempo – dato il caso cinese della città di Wuhan –, dunque di impedire un diffondersi tanto critico del coronavirus? A spaventare, in tal senso, sono le opinioni discordanti che gli stessi virologi offrono, ogni giorno, sull’argomento. Non vi è, infatti, una linea comune, una tesi che serva a dettare una linea che vada oltre il lavarsi bene le mani. Capiranno, Roberto Burioni e la virologa dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, che litigare via social sull’incidenza della malattia rispetto a una tradizionale influenza di stagione non aiuta chi non ha gli strumenti necessari a pesare il pericolo portato dal COVID-19. 

    coronavirus - paura 2    coronavirus - paura 1

Per chi – come noi – fa delle dichiarazioni di esperti come i due sopracitati la fonte più autorevole dei propri articoli di diffusione delle informazioni, la disputa è non solo fuorviante, ma si presta alla narrazione di comodo che, purtroppo, tanti, troppi esponenti di stampa e politica offrono dell’epidemia da coronavirus. Inoltre, non aiuta a sedare il panico tra i cittadini, anzi lo alimenta.

In casi come questo, preoccupa il buonsenso che chiunque dovrebbe essere preciso nell’adoperare e che – abbiamo avuto già modo di riscontrare –, invece, viene costantemente oscurato in favore dei propri interessi, sia la propaganda mai doma dei soliti noti del Parlamento o la mania di saccenteria delle tante, troppe bacheche social pronte a diramare il personale vademecum sull’epidemia, condito – come da profilassi – da una cospicua dose di insulti volti a bollare i pareri discordanti dalla propria laurea ottenuta all’università della vita.

Se la rapida diffusione del coronavirus è considerata – dai massimi esperti – tanto pericolosa è, infatti, proprio perché un’unica verità ancora non c’è. A maggior ragione, non esistono soluzioni efficaci più di quanto possano dimostrarsi quelle già messe in campo dalle autorità competenti. Certo, è lecito stare a dibattere se sia giusto isolare o meno soltanto i focolai già noti, se non sia il caso di fermare lo spostamento massiccio delle persone a bordo di aerei, treni, metropolitane, o chiudere non solo gli stadi nelle zone interessate dai principali contagi, tuttavia – ed è doveroso sottolinearlo – qualunque di queste è un’ipotesi che verrebbe probabilmente adottata qualora la situazione d’emergenza lo richiedesse.

Se, però, la classe dirigente del nostro Paese gode, oggi, di tanta sfiducia – da parte delle popolazioni che dai messaggi ufficiali della Presidenza del Consiglio, della Protezione Civile o del Ministero della Sanità, dovrebbero sentirsi tranquillizzati – la responsabilità è da ricercarsi anche nei toni utilizzati proprio da chi siede su quelle poltrone e che, negli anni addietro, ha abituato e persuaso il proprio elettorato allo scetticismo nei riguardi della scienza e nei progressi a cui, in queste ore, siamo tutti attaccati come alle preghiere che, invece, continuiamo a offrire al cuore immacolato di Maria.

Della stessa materia maleodorante sono anche le grida di propaganda a favore dell’innalzamento dei muri, contro il vicino costantemente dipinto come il nemico da cui mettersi in guardia, tutto ciò, insomma, di cui oggi rischiano di andare vittima quegli stessi italiani orgogliosi di ritirare una mano tesa a chi ne chiedeva il bisogno. Provate soltanto per un momento a immaginare se qualche buontempone cominciasse a starnutire o a tossire in direzione dei nostri connazionali all’estero, come visto in decine di video postati online da cittadini asiatici, e nemmeno per forza cinesi, oppure – come già accaduto a bordo di un treno in Austria –, se i pallidissimi sudditi del tricolore fossero presi in ostaggio a bordo dei propri veicoli perché ritenuti pericolosi.

Buonsenso, responsabilità e rispetto. Sono queste le parole chiave, sempreverdi, sempre valide, in tempi di crisi come in tempo di pace, quando la guerra è negli occhi degli altri e quando la guerra giunge anche qui dove siam bravi a promuoverla, come gli scaffali vuoti dei supermercati d’Italia raccontano. Segnalare i propri spostamenti da e verso i luoghi sotto monitoraggio, allertare prontamente i medici di base e le autorità al comparire di sintomi sospetti, insomma, seguire quelle poche regole emesse da chi il coronavirus vuole debellarlo tanto quanto le nostre paure, possono aiutare a non creare problemi peggiori. Allarmismo compreso.

Prec.

“Febbre”: l’esordio di Jonathan Bazzi candidato al Premio Strega

Succ.

La rinascita di Pompei e il tramonto delle emergenze

Alessandro Campaiola

Alessandro Campaiola

Articoli Correlati

manfredi americano
Il Fatto

Manfredi, tu vuo’ fa’ l’americano

17 Gennaio 2024

Tu vuo’ fa’ l’americano, cantava nel 1956 Renato Carosone, satira di quella corsa all’americanizzazione che il Paese intraprendeva all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ma si’ nato in Italy, intonava poi, e il sogno restava legato all’immagine di una cuppulella...

gaza poliomelite
Il Fatto

Gaza: 18mila morti che non fanno effetto

14 Dicembre 2023

Se uccidi uno scarafaggio, sei un eroe. Se uccidi una farfalla, sei cattivo. Friedrich Nietzsche diceva che la morale ha standard estetici. Bianchi, occidentali, privilegiati. Sono gli standard del nostro specchio, quelli che ci permettono di sopravvivere all’orrore, al...

femminicidio donna giulia cecchettin
Il Fatto

Giulia Cecchettin: l’incapacità di parlarne

10 Febbraio 2024

Per anni, e con una frequenza sempre maggiore, Mar dei Sargassi ha scritto di femminicidio e violenza di genere. Per anni, abbiamo cercato parole che potessero, in qualche modo, raccontare una società che stava cambiando e che, probabilmente per...

indi gregory
Il Fatto

Indi Gregory, Sibilla Barbieri, i bambini di Gaza: i pro-vita a fatti loro

14 Novembre 2023

Indi Gregory aveva otto mesi e una malattia incurabile. Ho iniziato questo articolo scrivendo di lei al presente, poi ho dovuto cambiare i tempi verbali perché, di tempo, quello scandito dal passare delle stagioni, il vestito che si fa...

Succ.
pompei-domus

La rinascita di Pompei e il tramonto delle emergenze

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I più letti del mese

  • porno napoli o napoli porno di deborah d'addetta

    Porno Napoli (o Napoli Porno, vedete un po’ voi)

    1060 shares
    Share 424 Tweet 265
  • Storia eretica del sangue mestruale

    906 shares
    Share 362 Tweet 227
  • Esorcisti e psichiatri: demoni o psicosi?

    822 shares
    Share 329 Tweet 206
  • Van Gogh e l’indefinibile confine tra genio e follia

    533 shares
    Share 213 Tweet 133
  • Il suicidio nella letteratura: dal giovane Werther a Jacopo Ortis

    663 shares
    Share 265 Tweet 166
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy policy

Direttore: Alessandro Campaiola

Registrazione al Tribunale di Napoli – Autorizzazione n. 35 del 15/09/2017

Le foto presenti in MarDeiSargassi.it sono reperite su internet, pertanto considerate di pubblico dominio.
Qualora il proprietario di una o più di queste dovesse ritenere illecito il suddetto utilizzo, non esiti a contattare la redazione affinché possano essere rimosse

Iscriviti alla nostra newsletter.

© Copyright 2024 Mar Dei Sargassi | All Right Reserved
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie