Steve McCurry è da oltre quattro decenni una delle figure più iconiche della fotografia contemporanea. Nato a Philadelphia, negli Stati Uniti, McCurry ha studiato cinematografia alla Pennsylvania State University, prima di lavorare per un giornale. Dopo due anni, ha fatto il primo di quelli che sono diventati molti viaggi in India.
È stato dopo diversi mesi in giro che ha attraversato il confine con il Pakistan. In un piccolo villaggio, ha incontrato un gruppo di rifugiati afghani che lo hanno introdotto clandestinamente nel loro Paese, proprio mentre l’invasione russa stava chiudendo l’Afghanistan ai giornalisti occidentali. Emerso in abiti tradizionali, con una barba folta e lineamenti consumati dal tempo, dopo mesi incastonati con i Mujahideen, McCurry si è fatto strada oltre il confine con il Pakistan con il suo film cucito nei vestiti.
Le immagini di McCurry sono state tra le prime a mostrare al mondo la brutalità dell’invasione russa. Da allora, il fotografo americano ha continuato a creare scene indimenticabili in tutti e sette i continenti e in numerosi paesi. Il suo corpus di opere abbraccia conflitti, culture in via di estinzione, antiche tradizioni e culture contemporanee, allo stesso modo conserva sempre l’elemento umano che ha reso la sua famosissima ragazza afghana un’immagine incredibilmente potente.
Il progetto ANIMALS è nato nel 1992. In quel periodo, Steve McCurry si trovava nei territori di guerra nell’area del Golfo con lo scopo di documentare il terribile impatto ambientale e faunistico in quei luoghi colpiti dal conflitto. Molte immagini scattate in quell’occasione sono diventate presto celebri, come quella dei cammelli che attraversano i pozzi di petrolio in fiamme o ancora gli uccelli migratori completamente cosparsi del cosiddetto oro nero. Il fattore umano, soprattutto le categorie più fragili come i bambini, è sempre stato al centro del suo obiettivo, storie da raccontare e mostrare al mondo. Quel servizio del 1992, però, ha aggiunto un ulteriore sguardo empatico alla sua narrazione.
Dal 27 novembre 2021 al 1 maggio 2022 la Palazzina di Caccia di Stupinigi (Torino) ospiterà proprio la mostra ANIMALS. Si tratta di sessanta scatti che racconteranno le storie di vita quotidiana dove uomo e animale sono legati, indissolubilmente. Gli scatti toccano vari temi, da quello del lavoro a quello del sostentamento che l’animale fornisce agli umani, le conseguenze delle azioni dell’uomo sulla fauna locale e globale e dell’affetto che si crea tra le due specie. Animali da lavoro, usati come via alla sopravvivenza, animali talvolta sfruttati come unica risorsa a una condizione di miseria, altre volte amati e riconosciuti come compagni di vita per alleviare la tristezza o, semplicemente, per una forma di simbiotico affetto.
Biba Giacchetti, curatrice della mostra, ha dichiarato: «Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo, in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene esseri umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta».
La mostra fornisce immediatamente un forte spunto di riflessione mostrando e ricostruendo il fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. Del resto, l’incremento della temperatura della superficie terrestre è la diretta conseguenza del comportamento dell’uomo, animale più dannoso della Terra. Durante il percorso ci saranno diversi approfondimenti che hanno l’intento di sensibilizzare il pubblico su tematiche delicate e necessarie per la salvaguardia del nostro pianeta e sull’ecosostenibilità, coinvolgendo diverse fasce d’età attraverso la realizzazione di seminari e workshop.
È possibile visitare ANIMALS dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17:30; il sabato e la domenica dalle 10 alle 18:30. I biglietti hanno un costo intero di 14 euro, ridotto (over 65, under 12, partner convenzionati, studenti universitari) di 12 euro, mentre è gratuito per bambini al di sotto dei 6 anni.
C’è una qualità contemplativa o meditativa nella fotografia che trovo essere una sorta di stato di pace. Amo poter viaggiare per il mondo, conoscere culture e paesaggi diversi. – Steve McCurry
