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“Sguardo, Parola e Mito”: la vitale necessità della narrazione

Vincenzo Villarosa di Vincenzo Villarosa
9 Novembre 2021
in Billy
Tempo di lettura: 3 minuti
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Il mythos vive. Anzi, il mito è la vita stessa che narra, attraverso l’uso della parola, il suo essere al mondo. La raccolta di racconti Sguardo, Parola e Mito, curata da Cristiana Buccarelli (IOD edizioni, 2020), parte dalla consapevolezza della fonte originaria di ogni narrazione fatta dagli esseri umani nel loro ambiente storico e naturale. Il volume rappresenta, infatti, il felice risultato del Laboratorio di scrittura Lo sguardo e la parola condotto dalla curatrice a Napoli e contiene i monologhi e i racconti scritti dalle partecipanti/autrici.

La Buccarelli ha guidato Donatella Abate, Flaminia Castaldo, Angela Fusco, Marcella Grimaldi, Maria Antonietta Mattei, Valeria Salvi e Gloria Vocaturo – già abituate da tempo alla pratica delle diverse modalità dell’espressione artistica e narrativa – ad affinare lo sguardo per seguire il flusso della memoria antica, come ci racconta nella sua attenta introduzione, allo scopo di cristallizzare i ricordi ed essere in empatia con il mondo e con i nostri personaggi.

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mitoLe autrici hanno accettato l’invito/sfida di Cristiana Buccarelli alla libera scrittura, a quell’onda di coscienza che con l’uso della parola scritta arriva alla sorgente della nostra intimità, raccontando e interpretando in maniera molto personale, nei Monologhi sul mito contenuti nella prima parte del volume, i personaggi e le storie mitiche che fanno parte delle basi universali e sempre attuali della civiltà occidentale.

I lettori saranno sorpresi, per esempio, dall’Ulisse che ci parla dell’inganno del viaggio e dell’esperienza usati per raggiungere la sapienza, di Marcella Grimaldi, o dallo struggente disincanto espresso dall’eroe omerico narrato da Gloria Vocaturo, che ripensa al tormentato rapporto tra un mortale e un’immortale sperimentato nel suo incontro con Circe. La presenza della maga ci intriga di nuovo, inoltre, nel monologo di Valeria Salvi che attualizza il mito, al tempo della pandemia e dello smart working, riflettendo sul fatto che Circe è stata sempre descritta all’interno della cultura patriarcale come femmina fatale e seduttrice.

Il viaggio letterario non finirà di stupire, in seguito, leggendo l’articolato monologo di Angela Fusco sull’incontro nell’Ade, con Ulisse che sceglie di scendere negli Inferi, per incontrare Tiresia e sfuggire alla maledizione di Poseidone, ma soprattutto perché la sfida appartiene alla sua vita. E ancora Ulisse, l’ultimo eroe tra gli eroi di Omero, raccontato da Flaminia Castaldo, compie un viaggio tra natura, divinità e culture diverse, le diverse dimensioni, in fondo, del reale cammino della specie homo sapiens sul pianeta Terra.

Di certo, ci lasceremo coinvolgere dalle parole che Euridice rivolge a Orfeo, in un altro monologo scritto da Gloria Vocaturo, che riassumono, forse, la condizione esistenziale di tutti gli amanti: vivere spensieratamente la vita e poi capire che essa è imprescindibile dalla morte. E poi la sorprendente personificazione dell’Ade, dio-luogo nel monologo di Maria Antonietta Mattei, pieno di assenze e presenze, ma non muto, anzi testimone silenzioso di storie di vite trapassate. Ci ricorderemo di Tetide, infine, la madre del semi-dio Achille, così come ce la racconta Donatella Abate, con l’appassionante descrizione dell’ambivalente affetto materno e delle sue conseguenze, mentre ci illuminerà, in un altro scritto di Marcella Grimaldi, la luce di Dioniso nato dal fuoco e rappresentazione dell’ebbrezza e della libertà.

La seconda parte di Sguardo, Parola e Mito raccoglie i racconti di Storie di vite immaginarie e di vite vissute. Piccole storie, come riassume la curatrice, che raccontano la paura, l’astrazione, la distopia, la santità, la corruzione, la mostruosità, la risoluzione, l’illusione, il disincanto, la salvezza, a dimostrazione dell’energia vitale del mito e della sua capacità di evocare la necessità di un viaggio in verticale all’interno di sé stessi.

Di Cristiana Buccarelli abbiamo già parlato a proposito della sua raccolta di racconti Eco del Mediterraneo (IOD edizioni, 2019), che ha incontrato successo di pubblico e di critica, vincendo per la narrativa la V edizione del Premio Melissa Cultura 2020 e la IV edizione del Premio Internazionale Castrovillari Città Cultura 2020. La scrittrice-viandante di Vibo Valentia, che vive da anni a Napoli, continua a mettere insieme le narrazioni che uniscono il microcosmo delle esistenze personali al macrocosmo del più ampio ambiente storico e naturale di cui fanno parte, a testimonianza della necessità della scrittura creativa e, in generale, del destino degli esseri umani che vivono da narratori, soprattutto nei passaggi epocali di crisi come quello che stiamo sperimentando.

 

Prec.

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