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“Sguardo, Parola e Mito”: la vitale necessità della narrazione

Il mythos vive. Anzi, il mito è la vita stessa che narra, attraverso l’uso della parola, il suo essere al mondo. La raccolta di racconti Sguardo, Parola e Mito, curata da Cristiana Buccarelli (IOD edizioni, 2020), parte dalla consapevolezza della fonte originaria di ogni narrazione fatta dagli esseri umani nel loro ambiente storico e naturale. Il volume rappresenta, infatti, il felice risultato del Laboratorio di scrittura Lo sguardo e la parola condotto dalla curatrice a Napoli e contiene i monologhi e i racconti scritti dalle partecipanti/autrici.

La Buccarelli ha guidato Donatella AbateFlaminia CastaldoAngela FuscoMarcella GrimaldiMaria Antonietta MatteiValeria Salvi e Gloria Vocaturo – già abituate da tempo alla pratica delle diverse modalità dell’espressione artistica e narrativa – ad affinare lo sguardo per seguire il flusso della memoria antica, come ci racconta nella sua attenta introduzione, allo scopo di cristallizzare i ricordi ed essere in empatia con il mondo e con i nostri personaggi.

mitoLe autrici hanno accettato l’invito/sfida di Cristiana Buccarelli alla libera scrittura, a quell’onda di coscienza che con l’uso della parola scritta arriva alla sorgente della nostra intimità, raccontando e interpretando in maniera molto personale, nei Monologhi sul mito contenuti nella prima parte del volume, i personaggi e le storie mitiche che fanno parte delle basi universali e sempre attuali della civiltà occidentale.

I lettori saranno sorpresi, per esempio, dall’Ulisse che ci parla dell’inganno del viaggio e dell’esperienza usati per raggiungere la sapienza, di Marcella Grimaldi, o dallo struggente disincanto espresso dall’eroe omerico narrato da Gloria Vocaturo, che ripensa al tormentato rapporto tra un mortale e un’immortale sperimentato nel suo incontro con Circe. La presenza della maga ci intriga di nuovo, inoltre, nel monologo di Valeria Salvi che attualizza il mito, al tempo della pandemia e dello smart working, riflettendo sul fatto che Circe è stata sempre descritta all’interno della cultura patriarcale come femmina fatale e seduttrice.

Il viaggio letterario non finirà di stupire, in seguito, leggendo l’articolato monologo di Angela Fusco sull’incontro nell’Ade, con Ulisse che sceglie di scendere negli Inferi, per incontrare Tiresia e sfuggire alla maledizione di Poseidone, ma soprattutto perché la sfida appartiene alla sua vita. E ancora Ulisse, l’ultimo eroe tra gli eroi di Omero, raccontato da Flaminia Castaldo, compie un viaggio tra natura, divinità e culture diverse, le diverse dimensioni, in fondo, del reale cammino della specie homo sapiens sul pianeta Terra.

Di certo, ci lasceremo coinvolgere dalle parole che Euridice rivolge a Orfeo, in un altro monologo scritto da Gloria Vocaturo, che riassumono, forse, la condizione esistenziale di tutti gli amanti: vivere spensieratamente la vita e poi capire che essa è imprescindibile dalla morte. E poi la sorprendente personificazione dell’Ade, dio-luogo nel monologo di Maria Antonietta Mattei, pieno di assenze e presenze, ma non muto, anzi testimone silenzioso di storie di vite trapassate. Ci ricorderemo di Tetide, infine, la madre del semi-dio Achille, così come ce la racconta Donatella Abate, con l’appassionante descrizione dell’ambivalente affetto materno e delle sue conseguenze, mentre ci illuminerà, in un altro scritto di Marcella Grimaldi, la luce di Dioniso nato dal fuoco e rappresentazione dell’ebbrezza e della libertà.

La seconda parte di Sguardo, Parola e Mito raccoglie i racconti di Storie di vite immaginarie e di vite vissute. Piccole storie, come riassume la curatrice, che raccontano la paura, l’astrazione, la distopia, la santità, la corruzione, la mostruosità, la risoluzione, l’illusione, il disincanto, la salvezza, a dimostrazione dell’energia vitale del mito e della sua capacità di evocare la necessità di un viaggio in verticale all’interno di sé stessi.

Di Cristiana Buccarelli abbiamo già parlato a proposito della sua raccolta di racconti Eco del Mediterraneo (IOD edizioni, 2019), che ha incontrato successo di pubblico e di critica, vincendo per la narrativa la V edizione del Premio Melissa Cultura 2020 e la IV edizione del Premio Internazionale Castrovillari Città Cultura 2020. La scrittrice-viandante di Vibo Valentia, che vive da anni a Napoli, continua a mettere insieme le narrazioni che uniscono il microcosmo delle esistenze personali al macrocosmo del più ampio ambiente storico e naturale di cui fanno parte, a testimonianza della necessità della scrittura creativa e, in generale, del destino degli esseri umani che vivono da narratori, soprattutto nei passaggi epocali di crisi come quello che stiamo sperimentando.

 

“Sguardo, Parola e Mito”: la vitale necessità della narrazione
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