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Riapre l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Francesca Testa di Francesca Testa
18 Agosto 2021
in Lapis
Tempo di lettura: 3 minuti
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L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è il quarto più importante per dimensioni dopo il Colosseo e l’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere. Costruito secondo la tradizione al tempo di Vespasiano ma, più probabilmente, inaugurato già sotto Nerone, aveva una capacità di 35mila/40mila spettatori. Ancora oggi, concentra il maggiore interesse nei sotterranei, i più esteti e meglio conservati che si conoscano.

Sepolto per secoli sotto le sue rovine e i materiali eruttati dalla Solfatara e accumulati dalle acque, se ne iniziò lo scavo nel 1839, ma il suo completo svuotamento e isolamento si ottenne solo nel 1946-1947, al termine di nuovi lavori che restituirono alla struttura anche all’esterno, nonostante le devastazioni, la grandiosità originaria, si legge in Napoli e dintorni di Guide d’Italia.

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L’Anfiteatro Flavio si trova nell’area dove un tempo confluivano le principali vie di collegamento tra l’antica Puteoli e il territorio circostante. La parte esterna, preceduta da un portico di cui purtroppo resta ben poco, presenta tre ordini di arcate e, originariamente, era coronata da un grande attico superiore. Attraverso una porta aperta sull’asse maggiore si accede alla Cavea, che aveva tre ordini di gradinate, seppur oggi ne siano conservati soltanto due, divisi in cunei da scalette. Alla prima precinzione si accede per 12 corridoi o “vomitoria”, da cui partono 14 scale dirette ad altrettanti “vomitoria” della precinzione superiore con 16 gradinate. Al sommo, tracce dei pali che servivano da tiranti del velario.

L’arena è percorsa da un corridoio sotterraneo il quale, durante gli spettacoli, era probabilmente coperto da tavole e la circondava un podio rivestito di lastre marmoree. Attraverso due ripide rampe poste all’estremità dell’asse maggiore è possibile scendere nei sotterranei. Questi sono composti da tre corridoi prevalentemente in laterizio: due sono rettilinei e si tagliano ad angolo retto, il terzo è invece curvilineo e corre lungo la linea dell’ellisse sotto il podio.

Una serie di aperture rettangolari, su cui dovevano essere fissati robusti sportelli di legno, metteva in comunicazione i sotterranei con l’arena, verso la quale carrucola issavano le gabbie delle belve; 60 aperture quadrangolari servivano a issare le gabbie, al movimento del materiale per i giochi e all’areazione. Qua e là sono sparsi fusti di colonne e capitelli appartenenti alla galleria terminale della “summa cavea”. La sezione nord dei sotterranei, nel 1689, fu trasformata in Cappella di San Gennaro: secondo la tradizione in questo luogo sarebbe stato preparato il martirio del santo, poi eseguito alla Solfatara.

Lo scorso 16 luglio è purtroppo scoppiato un incendio all’interno dell’Anfiteatro Flavio causandone la momentanea chiusura. Anche se è stato riaperto al pubblico in tempi piuttosto brevi, per motivi di sicurezza, alcune aree però saranno chiuse e tra queste anche l’arena, ma i sotterranei e le aree perimetrali esterne – con il percorso espositivo e multimediale Proiezioni – saranno regolarmente visitabili.

La direzione del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, per favorire l’afflusso di turisti, ha deciso che per l’intero mese di agosto sarà possibile visitare l’Anfiteatro Flavio a titolo gratuito. Tutti i giorni, tranne il martedì che è giorno di chiusura, dalle 9 alle 19, sarà quindi possibile scoprire questo eccezionale esempio di architettura romana.

Immagine di Mattia Luigi Nappi

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