Fiera, nel Golfo di Napoli, l’isola vulcanica di Procida resta una piccola perla del Mediterraneo. Non assomiglia alle sue sorelle, Capri e Ischia, lei è schiva, semplice, lontana da quella movida sfrenata. In una parola: autentica.
A bordo del traghetto partito da Napoli, Ischia o Pozzuoli, scorgiamo immediatamente Procida grazie alle sue coste e alle sue variopinte abitazioni in tufo. Il porto principale è la Marina Grande, luogo di pescatori e umili imbarcazioni, le cianciole. Se si sceglie di andare a sinistra, ci darà il benvenuto la storica via Roma, nucleo commerciale ma non solo. Diversi sono gli edifici religiosi, come la Chiesa della Pietà, in Piazza Sancio Cattolico, risalente al XVII secolo.
Ancora più suggestivo è forse il cuore storico dell’isola: Terra Murata. Dal panorama mozzafiato, a picco sul mare, è così chiamata per via delle mura medievali costruite in difesa dagli attacchi dei corsari. Nel borgo, da visitare sono senza dubbio l’Abbazia di San Michele, patrono dell’isola, risalente al XI secolo, e il Palazzo D’Avalos, del 1500, celebre per aver ospitato un penitenziario oramai abbandonato.
Poco distante dal nucleo storico si trova invece il borgo marinaro della Corricella, caratteristico villaggio di pescatori, il più antico di Procida. Qui è possibile godersi del buon pesce fresco e un’insalata di limoni, tipici della tradizione gastronomica. Osservando viuzze e casali è inoltre subito chiaro dove ci troviamo: proprio questa zona ha ospitato il set del celebre film Il Postino, con Massimo Troisi e Maria Grazia Cucinotta. Al di fuori dell’area si incappa in Casale Vascello, un insieme di abitazioni medievali addossate tra loro – i cosiddetti casali – che prevedono soltanto due strette aperture verso l’esterno. Il motivo era la volontà di “sigillarsi” all’interno, qualora subissero attacchi da parte dei saraceni. A riconoscere immediatamente le classiche abitazioni procidiane bastano due soli elementi: il motivo ad arco e il vèfio, una sorta di balconcino che collega i piani superiori.
Se il centro storico e quello abitato hanno saputo meravigliare, è ora il caso di concentrarsi su spiagge, baie e insenature, luoghi di ritrovo di popolani e forestieri soprattutto nei periodi di luglio e agosto, ma sempre disponibili a donare quel momento di introspezione di fronte alle onde di un mare cristallino. A ovest si trova la spiaggia di Ciraccio, dall’inconfondibile sabbia scura, mentre la spiaggia del Pozzo Vecchio, a forma di ferro di cavallo, ripercorre ancora le scene con Troisi. Selvaggia e incontaminata è la spiaggia della Chiaia, a est, raggiungibile percorrendo ben 182 gradini. Se si desidera divertimento e vita sociale l’ideale è sicuramente la spiaggia della Chiaiolella, la cui marina guarda direttamente Ischia.
È proprio tra Ischia e Procida che si nota la presenza di un piccolo isolotto, collegato a quest’ultima tramite un ponte: si tratta dell’isola di Vivara, dal 2002 riserva naturale dello Stato. Divenuta riserva di caccia dei Borbone nel XVII secolo, oggi è un trionfo di flora e fauna tipicamente mediterranee, e luogo di scavi archeologici a seguito della scoperta dei resti di un villaggio miceneo del XV secolo a.C. A circondare Procida, Ischia e Vivara è, invece, l’area marina protetta Regno di Nettuno, nata nel 2007 per la tutela dell’ecosistema marino della zona.
Un’isola schietta e pittoresca, dai mille colori riflessi nell’acqua tersa. L’isola di Arturo, come l’ha descritta Elsa Morante nel suo noto romanzo, dove i pescatori abbronzati ti sorridono e i vicoli, i giardini di limoni e i borghi sembrano quasi sospesi in un’aura senza tempo.
L’isola concorrerà al titolo di Capitale Italiana della Cultura nel 2022, dopo Parma: «Abbiamo pensato come isole» ha detto il direttore della candidatura Agostino Riitano. «Perché le isole sono come le idee. Deserte, affascinanti. E nel consegnare il dossier, abbiamo creduto fortemente che la cultura possa prendersi cura delle cicatrici sociali che abbiamo riportato in questi mesi difficili».