Decidere di raggiungere dall’Italia Miami, la città americana dove quasi tutto l’anno è estate – ideale da dicembre a maggio –, con temperature anche superiori ai trenta gradi, è abbastanza semplice. Basta, infatti, consultare i siti delle compagnie di volo e, una per tutte, Alitalia, che di frequente offre tariffe vantaggiose che conviene, però, sempre mettere a confronto in quanto, cosa alquanto incomprensibile, acquistare il biglietto tramite Air France potrebbe comportare un risparmio anche superiore ai duecento euro per gli stessi voli operati dalla compagnia italiana, anche in considerazione delle agevolazioni per gli over 65 che questa non pratica.
Circa dodici ore all’andata e poco più di nove al ritorno, la visione di qualche film anche recente e atterraggio all’aeroporto internazionale di Miami. Per i controlli, che fino a pochi anni fa comportavano file di due ore, ora affidati a delle macchine, si impiegano circa venti-trenta minuti, compreso una seconda verifica da parte degli agenti di polizia. Ritirati i bagagli e passata la dogana, dove a campione a chi proviene dall’Italia la domanda di rito è Trasportate salame, prosciutto? (in caso di controllo del bagaglio i salumi non dichiarati vengono prelevati per la gioia e la gola degli addetti), la vacanza può ufficialmente iniziare.
Miami è la città meno americana degli Stati Uniti e, assieme a San Francisco, è considerata dai bacchettoni statunitensi una delle più trasgressive d’America. La massiccia presenza di popolazioni latinoamericane, delle isole caraibiche e Cuba compresa, dove la lingua prevalente è lo spagnolo, rendono questa città allegra, sorridente, dove si respira un’aria piacevole e accogliente.
La meta di un turista al primo approccio è senza dubbio South Beach, la Ocean Drive con le sue caratteristiche palme e i suoi edifici – in maggioranza alberghi – in stile Art Déco, dall’architettura semplice, pulita, dalle forme geometriche e le tinte color pastello. L’Art Déco si diffuse alla fine del primo ventennio del Novecento a Parigi con l’Exposition des Arts Décoratifs et Industriels Modernes e poi in tutta Europa. Proprio in quegli anni, la città di Miami fu interessata da un consistente sviluppo e fece suo questo stile che adattò alle caratteristiche naturali del territorio inserendo elementi tropicali e della vegetazione.
Di questi edifici dalla particolare e gradevole architettura se ne contano circa ottocento. Sono presenti poi, oltre che sulla famosa Ocean Drive, anche sulla strada parallela più interna che è la Collins Avenue fino ad arrivare alla zona pedonale di Lincoln Road, strada dello shopping, caffetterie, ristoranti e pizzerie.
Per muoversi in queste strade e anche in altre zone della città, se non si intende percorrerle a piedi, ci si può servire del Miami Trolley, un tram su ruote di gomma dal gusto antico, presente con dieci linee e totalmente gratuito, come gratuito è anche il treno sopraelevato Metromover con tre percorsi circolari attorno ai quartieri di Downtown e Brickell, bella ed elegante zona di uffici e residenziale in forte espansione. Si può usufruire, inoltre, dei numerosi taxi e, da qualche anno con una spesa nettamente inferiore, del servizio Uber, basta un click e l’auto più vicina preleva il cliente in pochi minuti. Il pagamento è completamente digitale. Da non trascurare il servizio via mare Watertaxi dai costi non proprio economici ma che consentono di godere della vista della costa e delle lussuose ville di artisti e vip, nonché location di famosi film.
Consigliabili sono poi le visite ai numerosi musei periodicamente in aumento, tra i quali il Perez Art Museum, l’History Miami, Villa Vizcaya, Miami Science Museum, Lowe Art Museum, Museum of Contemporary Art e il Miami Children’s Museum, oltre i numerosi parchi naturali.
Non può mancare, inoltre, un’interessante visita al quartiere della street art di Wynwood, zona degradata e valorizzata da pochi anni con interventi significativi sia immobiliari che commerciali, divenuta di notevole interesse turistico e di incontro di giovani nel fine settimana per la presenza di tantissimi murales, gallerie d’arte e locali di ritrovo che rendono bene l’idea di come sia possibile recuperare intere zone, con piani mirati, dove l’arte e la cultura sono al centro di un progetto di sviluppo.
Però, prima di ogni altra cosa da fare a Miami, come primo atto dovuto, bisogna accedere dal lungomare della Ocean Drive alla profonda spiaggia di sabbia bianca e pulita, che si estende per alcuni chilometri con ingresso libero e controllata dai guardaspiaggia nelle caratteristiche casette colorate, e tuffarsi in un mare dalle molteplici sfumature d’azzurro e fondale di sabbia bianca con acqua gradevolmente calda e pesci anche di non piccole dimensioni che nuotano tranquilli a riva. Consigliabile è non spingersi troppo fuori per non fare sgradevoli incontri con qualche piccolo squalo. Per fortuna, l’occhio sempre vigile dalle torrette multicolore con un lungo fischio ordinerà di rientrare, in caso contrario l’intervento della polizia è garantito.
L’Ocean Drive e le traverse che la collegano con la Collins è ricca di locali di ogni genere e per ogni tasca, la carne e le insalate sono gli alimenti suggeriti per non ricevere sorprese, ma i menù sono chiari e comprensibili, le mance – obbligatorie – quasi sempre salate.
L’Ocean Drive è la strada della movida dove è rappresentato il genere umano in tutte le sue forme, ogni sera e ogni notte fino alle prime ore dell’alba. Per questo, le camere degli hotel che danno sulla strada sono sconsigliabili, auto e moto di grossa cilindrata fanno bella mostra e tengono a far sentire la potenza dei loro motori. Meglio trascorrere una piacevole serata in un ristorantino all’aperto di Lincoln Road, di Brickel o in riva al mare a Bayside da dove è possibile fare anche delle piacevoli passeggiate oppure gettarsi nella mischia del quartiere cubano per ascoltare musica sorseggiando un buon rum o un buon bicchiere di birra.
Oltre a godersi la bella città dove il traffico nelle ore di punta è infernale, nonostante le numerose arterie in aumento anno dopo anno, è possibile spostarsi in luoghi meravigliosi e incantati come le Kei West raggiungibili in auto in circa quattro ore per entrare nell’atmosfera che ispirò le opere del celebre scrittore Ernest Hemingway, oppure brevi crociere alle Bahamas, anche di tre giorni, o ai Caraibi.
Una città, Miami, dove tanti italiani hanno realizzato molteplici attività professionali e commerciali di successo e parecchi nostri ragazzi hanno trovato lavoro nei servizi, dove il presupposto essenziale è la conoscenza delle lingue, lo spagnolo e l’inglese su tutte.
Lasciare Miami è sempre un po’ triste, ma l’impegno di tornarci è un obbligo. Un viaggio piacevole, il cui ritorno, tuttavia, è fatto di attese in aeroporto che si consiglia di ridurre al minimo perché nella terra della massima tecnologia anche usare un cellulare diventa problematico.
