La zona di Napoli Ponti Rossi è famosa per la presenza di resti dell’acquedotto romano in tufo e laterizi rossi. Su alcuni tubi di piombo sono incise delle date che hanno permesso la precisa datazione dell’opera al tempo dell’imperatore Claudio. Dopo la caduta dell’Impero Romano, l’acquedotto è stato distrutto e soltanto nel Cinquecento, grazie a don Pedro de Toledo, è stata ricostruita l’antica struttura assegnando i lavori all’architetto Antonio Lettieri.
I Ponti Rossi, però, oltre ad avere i resti del famoso acquedotto, sono ricchi di ville ottocentesche, tra cui Villa de Rossi, oggi chiamata Villa Anna. Come scrivono Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza ne Le ville di Napoli, questo edificio, costruito nella seconda metà dell’Ottocento, prevedeva al piano superiore le stanze per abitazioni e due terrazze angolari affacciate sul panorama, al piano terra una corte chiusa con doppio accesso, ambienti rustici più la rimessa e la scuderia, all’esterno i giardini e una zona di circa quattro moggia coltivata a cereali e ortaggi e ricca di alberi da frutta.
Altra villa dei Ponti Rossi di cui si hanno poche notizie è Villa Casazza, una struttura monumentale settecentesca che sembra sia stata prima una proprietà della famiglia Giordano e poi, a partire dal 1825, dell’avvocato Casazza. Villa Colletta, invece, è stata costruita prima della via dei Ponti Rossi e infatti è facilmente riconoscibile in quanto ha un arco che è stato creato per permettere il passaggio. La costruzione della strada ha comportato la divisione della proprietà, nonché modifiche legate alla struttura. Oggi la villa, precedentemente restaurata, è adibita ad abitazione per i dipendenti della Soprintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici.
Villa Falcon e Villa Morra hanno avuto un triste destino, scrivono ancora la Carbonaro e Cosenza: demolita a causa dei danni subiti con il terremoto dell’80, l’antica costruzione panoramica, dotata di cappella di famiglia ed elegante giardino, apparteneva dal 1828 alla famiglia Falcon. Attualmente su quel suolo sorge l’Istituto della Casa del Volto Santo. Nelle vicinanze di Villa Falcon sorgeva Villa Morra, anch’essa distrutta.
Villa Parisi, oggi Collareta, è un casino individuabile con il toponimo “l’Amendola” nella Topografia dell’Agro Napoletano. L’edificio, accessibile da una ripida strada collegata alla via dei Ponti Rossi, si trova in una posizione privilegiata che consente di immaginare la variata veduta che gode dell’immenso paesaggio all’intorno, come scritto in una perizia del 1816. Sono stati numerosi i passaggi di proprietà che hanno visto questa villa che, nel 1831, risulta da Catasto provvisorio di Maurizio Dupont e poi nel 1858 di Michele Parisi. L’edificio è appartenuto poi all’INPS e all’inizio degli anni Sessanta è stato acquistato da Filippo Collareta e Orlando De Marino, poi scorporato e venduto a una società.