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Josi Della Ragione: «Le minacce di morte? Ho paura, ma resisto per Bacoli»

Antonio Salzano di Antonio Salzano
21 Gennaio 2024
in AZETA di Antonio Salzano, Interviste
Tempo di lettura: 7 minuti
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Classe 1987, laureato in Lettere Moderne, giornalista pubblicista e Consigliere Comunale indipendente dal 2010, due volte Sindaco di Bacoli, graziosa cittadina della penisola flegrea situata sul golfo di Pozzuoli, Josi Gerardo Della Ragione, rieletto lo scorso giugno con il 63% di preferenze e una coalizione di liste civiche, è tornato alla guida del Comune bacolese dopo tre anni, in seguito alla sfiducia – o, meglio, il boicottaggio – ad appena un anno dalla sua prima nomina.

È tornato con una schiacciante maggioranza nonostante intimidazioni ricevute in passato da lui e dai suoi genitori, ai quali fu persino appiccato il fuoco al negozio di alimentari, fino al più recente episodio, poco prima della nuova proclamazione a Sindaco: «Farai la fine di Don Peppe Diana», il sacerdote di Casal di Principe di appena 36 anni ucciso dalla camorra nella sua parrocchia il 19 marzo del 1994, nel giorno del suo onomastico.

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Il giovane Sindaco, però, non ha perso tempo, ma si è subito messo al lavoro alla ricerca degli evasori dei tributi comunali, impegnandosi a restituire un volto decente alla sua Bacoli dopo anni di abbandono e di incuria. Non ha esitato a esigere arretrati dovuti anche dal Ministero della Difesa in merito agli stabilimenti balneari di propria pertinenza interessando direttamente il Ministro e cominciando a ottenere quanto dovuto.

Gli abbiamo rivolto alcune domande per meglio comprendere la sua azione, ma soprattutto lo stato di preoccupazione per le minacce di morte ricevute e per le quali gli abbiamo espresso a nome della redazione tutta la nostra vicinanza e solidarietà.

Josi, una rielezione, la tua, dai numeri più che soddisfacenti che è parsa una risposta molto chiara al boicottaggio della prima sindacatura. Come valuti il risultato?

«La vittoria elettorale è stata molto bella, ci ha gratificato di un lavoro che mettiamo in campo da anni. In particolare, negli ultimi tempi, ha fortificato il consenso elettorale che abbiamo sul territorio e non solo. Riuscire ad avere la meglio con una coalizione fatta solo di liste e di movimenti civici contro il centrosinistra tradizionale, quindi il PD, e il centrodestra con la Lega, FI e FdI che in Italia vince e sbanca ovunque è un qualcosa che ci inorgoglisce. Noi abbiamo vinto al primo turno e stravinto al ballottaggio, ma c’è mancato pochissimo per vincere già in prima battuta. Aver visto sul territorio leader nazionali di CD e CS che sono venuti a sostenere i loro candidati e riuscire a spuntarla nonostante questo significa che il nostro radicamento qui oramai è fortissimo.»

L’immediata minaccia di morte subito dopo la tua rielezione è da collegare a quel boicottaggio?

«In verità, da tempo non parlo più del boicottaggio che purtroppo ha fermato un’azione di cambiamento e rinnovamento vero in città cominciato nel 2015/2016 lasciando questa terra per tre anni paralizzata al palo. Quell’arco di tempo, però, è stato utile ai cittadini per avere ancora più consapevolezza della necessità del cambiamento e anche a noi per acquisire una maggiore maturità che ci permette oggi di governare meglio il territorio. Ritengo che le minacce ricevute siano frutto della stessa matrice che poi ci portò alla caduta tre anni fa e che ci ha portato dopo a ricevere avvertimenti e intimidazioni. La lotta a un modo di fare in questa città, la lotta a un sistema ormai incancrenito che purtroppo ha radici su tutto il territorio – anche in Municipio –, siamo dell’idea che bisogna invertire la tendenza, che bisogna cambiare, la città ce lo chiede. In campagna elettorale abbiamo spinto molto sui temi della legalità, la riscossione dei tributi, la valorizzazione dei beni comuni, la riacquisizione di beni pubblici impropriamente e abusivamente occupati da privati. Siamo dell’idea che a Bacoli debba tornare a esistere oltre che l’interesse di tanti privati, l’interesse pubblico, l’interesse di tutti, quindi le minacce, le intimidazioni afferiscono sicuramente a un nuovo modo di fare politica che tre anni fa e oggi con ancora più forza e consapevolezza stiamo portando in città. Certo c’è da dire che non mi era mai capitato in dieci anni di attivismo di ricevere un’intimidazione di morte così esplicita e di ricevere in Comune dei proiettili con altrettante minacce.»

Quale la tua reazione umana e politica a quell’intimidazione?

josi«Ricevere una minaccia di morte il giorno prima della proclamazione a Sindaco e a una settimana dalla nascita della tua prima bambina è un qualcosa che ti colpisce molto, ti ferisce, sicuramente incute anche paura. Siamo esseri umani, non extraterrestri, abbiamo ognuno di noi i nostri cari, i nostri affetti. Lo ripeto spesso, io mi sono candidato non per fare il martire, l’eroe, ma per fare il Sindaco, così come don Peppe Diana a cui mi hanno avvicinato nella minaccia di morte voleva fare il parroco o Giancarlo Siani voleva fare il giornalista, Borsellino e Falcone i magistrati. Nessuno ha piacere di essere bersaglio di minacce, però oggi più che ieri rappresento lo Stato e lo Stato non può piegarsi assolutamente dinanzi a intimidazioni di nessun tipo. Ho chiesto il sostegno alla città e, oltre al voto, c’è stato in modo incredibile con una manifestazione che ha visto più di mille cittadini partecipare. Una manifestazione organizzata in pochi giorni soltanto attraverso il web e che con il passaparola ha avuto un risultato importante, mi ha onestamente commosso. Poche volte come quel giorno mi sono sentito così orgoglioso di essere bacolese e Sindaco di questa comunità.»

Tra i primi atti concreti, un’attenzione minuziosa al territorio devastato subito all’indomani della tua messa in minoranza e l’immediata richiesta a operatori commerciali e, anche, agli stabilimenti militari di mettersi in regola con il pagamento dei tributi comunali con arretrati rilevanti. Un’azione coraggiosa per il rispetto della legalità che certamente avrà infastidito taluni ambienti. Come hanno reagito?

«Abbiamo immediatamente puntato sulla riscossione dei grandi evasori, è un obiettivo di giustizia sociale, perché non è pensabile che nella nostra città le famiglie paghino le tasse e i grandi imprenditori che guadagnano milioni di euro non le paghino. Inoltre, in un Comune in dissesto non si può non puntare sulla grande evasione. Abbiamo chiuso le attività commerciali a chi non paga la Tari, abbiamo staccato i contatori a chi non paga l’acqua, abbiamo purtroppo constatato che anche i lidi militari non la pagano, a Bacoli, e anche a loro abbiamo fermato l’erogazione, così un po’ tutti hanno cominciato a saldare, chi rateizzando e chi pagando per intero. Incideremo ancora di più su questa azione per aumentare la riscossione sull’ordinario e sono fiducioso che ciò possa accadere. Come l’hanno presa? Devo dire che a Bacoli c’è un’imprenditoria sana che paga le tasse ed è molto felice di questa azione perché chi evade fa concorrenza sleale. Dall’altro lato, invece, chi deve pagare non credo l’abbia presa bene però sta cominciando a mettersi in regola ed è questo il nostro unico obiettivo. Nessuna ripicca personale contro nessuno, ma la necessità di riscuotere e dare messaggi forti e importanti. La comunità sostiene questi segnali e credo che siano anche di monito per tanti che verranno a pagare a evitare che vedano chiudersi l’attività o staccato il contatore.»

Ritieni che il rispetto della legalità sia indispensabile per una corretta e sana amministrazione?

«È ovvio che bisogna agire attraverso la legalità ma l’obiettivo non è la legalità in senso stretto, bensì la giustizia sociale, riuscire attraverso la legalità e attraverso le regole ad avere un territorio più giusto, più equo dove il Comune non faccia il leone con i più deboli ma faccia il leone con i leoni, con chi si sente padrone della città. Abbiamo la stragrande maggioranza del territorio che è di proprietà dei bacolesi, beni comunali, beni del demanio, le spiagge, beni di una società, il Centro Ittico Campano che gestisce il 25% dell’area comunale, quindi dobbiamo difenderlo e valorizzarlo. Il mix tra pubblico e privato è necessario, lì dove il proprietario investa e guadagni, ovviamente, e il pubblico dia le direttive.»

Quali gli altri passi urgenti per riportare il Comune di Bacoli alla normalità?

«Sin dall’inizio, abbiamo spinto molto per la pulizia del territorio. La città era sporca, lurida, quindi stiamo mettendo in campo una pulizia straordinaria delle strade, dei marciapiedi, dei parchi pubblici che erano chiusi, infestati da erbacce, da rifiuti. Stiamo, attraverso i dipendenti comunali, i volontari, le associazioni, mettendo in campo un’opera di restyling del territorio che ci sta portando ottimi risultati. Stiamo pulendo le spiagge libere, è un segnale importante: nessuno più dovrà pensare che il bene pubblico è sinonimo di degrado ma, anzi, deve essere concorrenziale con il privato e rappresentare un momento di eccellenza, non un momento di cui vergognarsi. Continuare sul solco della partecipazione, coinvolgere i cittadini nelle scelte e nella gestione del territorio, cosa che già stiamo facendo con i comitati di quartiere: questo nell’immediato, poi superata l’estate potremo fare ragionamenti di prospettiva, approvazione del piano urbano comunale, ex piano regolatore, un’analisi più dettagliata del Demanio, del commercio e di tutto ciò che riguarda i beni comuni.»

Un’ultima domanda che non posso non farti e che certamente i nostri lettori vorrebbero rivolgerti: hai timore per le chiare minacce ricevute?

«Sì, ho timore per le chiare minacce ricevute però parimenti devo dire che sento forte il sostegno della popolazione e questo mi spinge, anzi mi obbliga, a raddoppiare le energie per la nostra città. Quando mi dicono ma chi te lo fa fare?, rispondo sempre: noi siamo nati qui, io sono nato a Bacoli, siamo nati in Campania, a Napoli, nel Sud Italia, e dobbiamo contribuire e fare qualcosa per lo sviluppo dei nostri territori.»

Prec.

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