Giuseppe Petrarca la città puntellata
Interviste

Giuseppe Petrarca: «Napoli, la città puntellata»

Dopo Inchiostro rosso, Corpi senza storia, L’Avvoltoio, Notte nera e Terramara, Giuseppe Petrarca torna in libreria con La città puntellata (Edizioni Cento Autori) – che presenterà martedì 26 aprile a Napoli, alla Feltrinelli di Piazza dei Martiri. Un romanzo sul dramma del sisma dell’Ottanta che, a distanza di oltre quattro decenni, resta impresso nella memoria collettiva, con tutte le storie umane e le lacerazioni di un territorio dove si intrecciano affarismo, criminalità e politica e la rassegnazione sembra dominare su tutto.

Novanta secondi nei quali Napoli piomba in un insolito cupo silenzio, il terrore, la paura negli occhi, la sofferenza che la città appare rassegnata a dover sopportare. Ore, giorni, settimane a scavare con le mani tra le macerie con la speranza di trovare ancora corpi in vita. Una nuova ferita che si aggiunge alle tante mai rimarginate, un prezzo alto da pagare e non solo in termini di vite umane. Ancora una volta, l’autore del pluripremiato L’Avvotoio affronta una narrazione dura, reale, tra drammi umani, malaffare e politica:

«In effetti, il tema dominante delle mie storie è la corruzione dell’anima, quel tipo di corruzione che colpisce non solo un individuo o un gruppo di persone, ma il mondo intero. Il Male non è un’entità a sé stante, è un’entità apparentemente normale, tranquilla, che nasconde segreti indicibili, un mondo di persone insospettabili che sanno mascherare i loro crimini in un vortice di omertà, corruzione e speculazione che le porta a tramare strategie a discapito dei più deboli. Un mondo disgustoso di uomini senza scrupoli».

Quella del sisma è una ferita tutt’oggi aperta non solo per la perdita di vite umane. La città non ha ancora rimosso quei puntelli in molti aspetti della sua realtà?

«Napoli, come spiego nel romanzo, è la città dell’attesa: un luogo dove ogni cosa è possibile e ogni cosa è in continuo movimento. Siamo seduti su una polveriera che si agita continuamente. Il travaglio è enorme, e rende instabile e incerta la vita su questa terra meravigliosa ma crudele. Siamo “tarantolati”, sempre in bilico, non solo per colpa della bizzarria della natura ma, soprattutto, per i puntelli “sociali” così precari che agevolano, purtroppo, il dilagare di una sottocultura difficile da sradicare, nonostante le innumerevoli iniziative di associazioni ed enti che operano sul territorio».

Storie di vita vissuta come tante di giorni terribili, di drammi umani. Quale aspetto L’ha maggiormente convinta a scrivere La città puntellata?

La città puntellata Giuseppe Petrarca

«Il 1980 è stato un anno orribile. Ricordiamo la strage di Ustica, quella alla stazione di Bologna, la lotta all’eversione. Il terremoto che sconvolse il nostro territorio fu un’ulteriore ferita, mai del tutto rimarginata, che ha cambiato per sempre la storia della nostra terra. Molti di noi possono considerarsi “i figli di quel terremoto”, sempre e ancora in cerca di una redenzione che tarda ad arrivare. Quel dramma collettivo trova enormi e preoccupanti consonanze con il difficile momento che stiamo attraversando. Leggere quella storia ci aiuta a riflettere e, oggi più che mai, ne abbiamo bisogno».

Intrecci tra criminalità e politica, un’eredità che pesa ancora sulla città e sui territori colpiti. Una realtà alquanto consolidata. Nella narrazione del Suo libro, si intravede un barlume di speranza?

«Il romanzo si chiude con una “scena” surreale che ha un sapore onirico. Dentro quella scena, che affido ai lettori, inserisco una nota di speranza, dai colori tenui che, seppur fioca e nonostante tutto, non cede allo scoramento, facendo affidamento alla memoria per raggiungere quel riscatto tanto desiderato. Una memoria che non deve essere considerata ricordo statico e amorfo del passato, ma piuttosto radice comune dove ricercare la verità, le ragioni e le possibili soluzioni».

Siamo seduti su una polveriera che si agita continuamente. Il travaglio è enorme, e rende instabile e incerta la vita su questa terra meravigliosa ma crudele. E Giuseppe Petrarca di questa terra meravigliosa ma crudele ha regalato ai lettori belle pagine attraverso storie narrate sempre con gran rispetto e amore.

Giuseppe Petrarca: «Napoli, la città puntellata»
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