Domanda di RDC sospesa come previsto dall’art.13 del DL 48/2023 conv. Legge 85/2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali: questo il testo del sms inviato ai percettori del reddito di cittadinanza che non hanno nel nucleo familiare minori, disabili o over 65 e che, per tale motivo, dal mese di agosto saranno privati del sussidio dello Stato.
Il governo esulta e la stampa asservita dei tre giornali fotocopia rincara la dose con titoli di pessimo gusto a tutta pagina. Silenzio, invece, sulla corresponsione di ulteriori circa 1300 euro mensili ai presidenti dei gruppi parlamentari della Camera e sul ripristino dei vitalizi a 851 ex membri del Senato e 444 familiari di senatori scomparsi. Un provvedimento votato da Forza Italia, da un ex pentastellato e grazie all’astensione della parlamentare del PD Valeria Valente, candidata sindaca clamorosamente sconfitta nel 2016 da Luigi de Magistris.
Non soddisfatto di aver privato dello stretto necessario 169mila famiglie indigenti, però, il governo della guerra ai poveri, per dare maggiore risalto alla bravata, chiede di istituire una commissione di inchiesta contro l’ex Presidente dell’INPS Tridico, colpevole di non aver effettuato controlli sufficienti nonostante tre milioni di domande respinte e controlli effettuati dalle forze dell’ordine. Per dare prova di non avercela con chi ha serie difficoltà, inoltre, ha istituto una social card di 382 euro a favore di nuclei familiari costituiti da minimo tre persone, valida fino al 31 dicembre prossimo contro il caro spesa, che in questi giorni sta mandando in tilt gli uffici postali incaricati dell’emissione.
Non basta di certo un messaggino, ribaltare tutto sui Comuni e lavarsi le mani per sistemare le cose. I sindaci non hanno ricevuto alcuna linea guida su quali dovrebbero essere i loro interventi e il Primo Cittadino di Napoli Gaetano Manfredi è sull’argomento ancora più chiaro: «Se noi amministratori non abbiamo capito come gestire l’uscita dal reddito di cittadinanza, figuriamoci i cittadini. Dentro questa grande confusione si potrebbero inserire disordini sociali».
Il governo se la cava con un sms per comunicare, tra l’altro, una eventuale presa in carico, lasciando nel panico famiglie senza alcun sostentamento, con il rischio di dover ricorrere all’aiuto della criminalità organizzata per procurarsi il necessario, in particolare in realtà come Napoli con il 34,6% di disoccupati, circa il 18% di lavoratori in nero e un aumento di oltre il 50% di aiuti rispetto al periodo pre-pandemico, registrato dalla Caritas attraverso i suoi centri di ascolto e mense. Una polveriera vera e propria che non può ridursi al solo rischio dell’ordine pubblico ma che richiede interventi immediati e misure strutturali evitando elemosine una tantum.
Dal rapporto ISTAT di due anni fa è emerso un dato allarmante sulla povertà assoluta nell’intero Paese che coinvolge oltre 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui, il 10% al Sud. Un dato riferito alle regioni del Mezzogiorno che andrà ad aggravarsi ulteriormente se passerà la scellerata riforma del leghista Calderoli sull’autonomia differenziata che spaccherà l’Italia aumentando sensibilmente le discrepanze.
Il governo delle povertà e degli editti bulgari mirati a un’informazione di regime, del blocco ormai ultradecennale delle pensioni, dell’aumento dei mutui, dei pedaggi autostradali, del gas, dell’energia elettrica, dei beni alimentari, dei tagli all’istruzione e alla sanità, dei condoni agli evasori e (una su tutte) degli aiuti miliardari a una guerra che non sembra vedere una fine – e per la quale anche in questa occasione persegue una politica inaccettabile di subalternità agli Stati Uniti – sottrarrà ancora a lungo ingenti risorse a capitoli di spesa indispensabili che già incidono in maniera determinante sui bilanci delle famiglie e sui servizi sociali.
E in questo clima politico insopportabile, il Parlamento blinda i suoi rappresentanti nonostante fatti di gravità eccezionale, di conflitti di interesse e di difesa a oltranza di amici e familiari che gettano più di un’ombra sulle istituzioni, mentre il malessere cresce nel Paese e continua la guerra promessa sin dall’insediamento di questo esecutivo non alla povertà ma ai poveri. Una fiducia nel governo nazionale che l’ISTAT indica al 37% e dati sempre meno confortanti in quanto alla fiducia verso i partiti a sottolineare una voragine tra il sistema politico e la gente che fa prevedere risultati maggiori di astensione alle prossime tornate elettorali, destinate a consolidare il primo partito del Paese, un trend sempre in crescita già registrato anche con i governi precedenti.
Sono in gioco presente e futuro non solo dei giovani che continuano a lasciare i nostri territori in cerca di qualsiasi lavoro, ma anche di una generazione che dopo anni di lotte e conquiste si è vista depredare diritti e lavoro grazie a politiche favorite da forze sindacali non più capaci non solo di difendere i lavoratori ma di ascoltare ed elaborare politiche che favoriscano l’occupazione e la difesa dei diritti, stringendo e subendo forse troppo rapporti discutibili con i governi che si sono avvicendati in particolare in anni recenti.
Alcuni organi di informazione hanno riferito di potenziamenti delle forze dell’ordine nelle sedi INPS a evitare possibili disordini. Anche qualche leader di partito ha messo in guardia su eventuali proteste, ma quando si elimina solo per squallidi calcoli politici anche quel minimo di aiuto a chi realmente non possiede nulla, il tutto assume dei contorni preoccupanti: un potere responsabile dovrebbe evitare di giocare con la vita delle persone.