Il Fatto

Prostituzione a senso unico secondo Di Maio e Di Battista

Come per il Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini la vera piaga del nostro amato Paese è rappresentata dagli immigrati e dal Sindaco del minuscolo Comune di Riace, per il suo collega Vicepremier, Luigi Di Maio, la disgrazia è la maggioranza dei media corrotti, a cui fa eco il piccione viaggiatore che sta scaldando le ali per la prossima competizione europea, Alessandro Di Battista, che ha definito i giornalisti pennivendoli puttane.

Sia chiaro, che esista una parte della stampa asservita ai vari padroni con riferimenti politici è cosa arcinota, ma che il Ministro Salvini non citi mai le parole mafia, ‘ndrangheta, camorra, Sacra Corona Unita non ritenendole i veri flagelli di questa sventurata nazione e, con lui, Di Maio e Di Battista, la cosa preoccupa non poco.

Di puttane non è solo il mondo della stampa a essere ben fornito, quello della politica e delle istituzioni potrebbe vincere il guinness dei primati anche per i tanti esemplari di prostitute in carne e ossa che, in particolare nel ventennio berlusconiano, hanno affollato le stanze dei palazzi romani. Le esternazioni a caldo con linguaggio da Camera dei Lord del Ministro del Lavoro e del piccione viaggiatore, dopo la sentenza di assoluzione della Sindaca di Roma Virginia Raggi, però, seppur parzialmente comprensibili nella sostanza, sono state animate da spirito di parte trattandosi di persona espressione del MoVimento. Non ho memoria che per casi analoghi, anche se con motivazioni diverse, i grillini abbiano utilizzato tanta foga e tanto interesse per ingiustizie commesse a carico di sindaci o amministratori appartenenti ad altri schieramenti.

Quando il Primo Cittadino di Napoli fu sospeso dalla carica a seguito della condanna non definitiva per abuso d’ufficio nell’ambito del processo Why Not, infatti, non ricordo alcun intervento dei pentastellati e in particolare di quelli che attualmente ricoprono incarichi istituzionali. A tal proposito, appena poche ore fa, la Corte di Appello di Salerno ha riconosciuto la responsabilità per il delitto di abuso d’ufficio a carico del Procuratore aggiunto di Catanzaro Murone, con il concorso del Senatore di Forza Italia Pittelli, dell’allora Sottosegretario Galati e di altri soggetti che utilizzarono le proprie posizioni per sottrarre illecitamente le inchieste Why Not e Poseidone al magistrato Luigi de Magistris. Rapporti tra criminalità organizzata, istituzioni, politica e massoneria deviata, altro che puttane, argomenti per i quali da chi si presentava al Paese come paladino del cambiamento mi sarei aspettato una sollevazione popolare con tanti vaffanculo che mai son giunti a chi di dovere. Anche oggi pare non rappresentino la priorità per chi è alla guida dello Stivale.

L’assoluzione della Sindaca di Roma va comunque rispettata, anche se alcune valutazioni di natura politica e amministrativa che vanno in direzione delle sue capacità a governare una città capitale così complessa potrebbero indurre a qualche perplessità e anche a più di un dubbio. Il Ministro Salvini ritengo sia rimasto deluso dalla buona conclusione della faccenda, avendo già la carta vincente pronta per essere utilizzata – tanto gradita agli stessi ambienti che portarono in Campidoglio l’ex Sindaco Alemanno o Aledanno come bollato dai romani –, la ex Ministra del governo Berlusconi ed ex pupilla di Gianfranco Fini.

Giochetti della solita politica mediocre lontana anni luce da quella del cambiamento, parola troppo utilizzata a sproposito, mentre continuano le lottizzazioni strategiche come avvenuto di recente per la RAI con metodologie utilizzate da sempre. Le uniche puttane per il duo Di Maio-Di Battista, tuttavia, sono quei giornalisti venduti o comunque contrari alla linea del governo. Ovviamente, sono esclusi quanti ogni giorno sulla carta stampata e in televisione sostengono da una parte la Lega e dall’altra i 5Stelle, trattandosi quella di prostituzione per necessità, un po’ come il condono e la pace fiscale, anch’essi del cambiamento nella forma, ma uguali nella sostanza.

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