• L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Perché la legalizzazione della cannabis è fondamentale

Giusy Santella di Giusy Santella
14 Settembre 2021
in Attualità
Tempo di lettura: 3 minuti
Share on FacebookShare on TwitterInvia su WhatsApp

Pochi giorni fa, la Commissione Giustizia ha approvato il testo di legge per la modifica del Testo Unico sugli stupefacenti, in vigore dal 1990, che oramai rappresenta una disciplina piuttosto vetusta. L’intenzione è quella di legalizzare la coltivazione e detenzione per uso personale di un massimo di quattro piantine di cannabis, mettendo fine così alla criminalizzazione dei consumatori di droghe leggere. Allo stesso tempo, da un lato si riducono le pene per la detenzione e la cessione di piccole quantità, reati per i quali si propone l’applicazione di misure extracarcerarie, e dall’altro si inaspriscono le sanzioni per il traffico e lo spaccio di grandi quantità.

Dallo scorso anno, la cannabis è stata eliminata dall’elenco delle sostanze più pericolose per gli esseri umani stilato dalle Nazioni Unite, che hanno riconosciuto le sue proprietà terapeutiche. La legalizzazione delle droghe leggere, e quindi la depenalizzazione di quelli che attualmente in Italia sono considerati reati legati al suo utilizzo, è avvenuta in moltissimi Paesi – anche in Unione Europea – poiché è oramai chiaro che le politiche proibizioniste non hanno condotto ad alcun risultato rispetto alla riduzione del consumo.

Può interessartianche...

Polemiche per i senzatetto in chiesa: possiamo sentirci giusti in un mondo sbagliato?

I diritti riproduttivi in Italia: facciamo il punto con “Libera di abortire”

Violenza in pronto soccorso: un fenomeno ampio

Questa scelta risulta fondamentale soprattutto per sottrarre miliardi di guadagni alle organizzazioni criminali e per incentivare le strategie di harm reduction – letteralmente riduzione del danno – ossia le politiche pubbliche volte a ridurre gli effetti negativi ricadenti sui consumatori di tali sostanze, sul piano dell’assistenza sanitaria e sociale e di alternativa alle politiche di criminalizzazione. Eppure, l’argomento in Italia rimane un tabù, complice anche l’influenza del Vaticano, e la disciplina resta caratterizzata da una fortissima repressione.

Lo stesso disegno di legge appena approvato è solo un piccolissimo passo verso l’obiettivo finale, dato che dovrà superare le votazioni degli emendamenti che saranno presentati e poi giungere in Aula. Dall’attuale compagine governativa non arrivano notizie rassicuranti: i partiti di destra si sono opposti, poiché non considerano tale modifica legislativa una priorità per il Paese. Anche Italia Viva si è astenuta, probabilmente portando avanti una delle solite strategie renziane.

Intanto, è stata avviata la raccolta firme per la presentazione del relativo referendum e, a dimostrazione di quanto il tema sia avvertito dalla comunità, sono state raccolte più di 200mila sottoscrizioni in sole 48 ore. A sostegno di una simile scelta si è pronunciato poco tempo fa anche il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, che la ritiene necessaria per togliere spazio alle mafie.

Nonostante sia chiaro che la mancata legalizzazione conduca al proliferare di circuiti illegali, il proibizionismo e la repressione rappresentano al momento l’unica risposta prevista dal nostro ordinamento, che non fa differenze tra droghe leggere e sostanze stupefacenti ben più importanti. Nelle carceri, che si sono rivelate totalmente inefficaci in questi anni, il 25% delle persone detenute è tossicodipendente, mentre ben il 35% è recluso per reati legati alla droga. Tra questi, la parte più consistente, l’80%, sta scontando pene per reati legati al consumo o allo spaccio di cannabis, mentre gli istituti penitenziari vengono presentati all’esterno come covo di narcotrafficanti.

Tali numeri, oltretutto, incrementano il sovraffollamento del nostro sistema carcerario, oramai non più in grado di adempiere a nessuno degli scopi che gli sono assegnati. Da un lato, si sceglie deliberatamente di portare avanti politiche repressive, fino a far scoppiare le carceri; dall’altro, non si prospettano soluzioni soddisfacenti per chi ha una seria dipendenza e continua a essere criminalizzato, anziché fornirgli il sostegno di cui ha bisogno.

Un’astinenza coatta non può mai essere la soluzione, senza che questa sia accompagnata da un percorso di riabilitazione cui il soggetto deve volontariamente aderire, con l’aiuto di servizi territoriali efficienti e vicini ai suoi bisogni. Gli unici strumenti insoddisfacenti messi a disposizione dal nostro ordinamento – come l’affidamento ai servizi sociali o la sospensione della pena con l’adesione volontaria a un programma di trattamento – presentano numerosissime cause ostative che rispondono esclusivamente a una finalità repressiva, nella convinzione populista che tutto sia legato a una questione di scelte, superabili con la sola volontà personale. Invece, chiunque abbia una dipendenza, o semplicemente provi a perorare come legittima la causa della legalizzazione della cannabis, è considerato un fattone, non degno di attenzione.

Fino a quando il modello di riferimento continuerà a essere un trattamento punitivo – alla San Patrignano – non sarà una priorità delle nostre forze politiche adottare un sistema sociale vicino ai bisogni dei cittadini, che sia in grado inoltre di scongiurare circuiti illegali di arricchimento. Fino a quando non ci si farà carico della creazione di un sistema sociale, oltre che penale, soddisfacente, le nostre carceri continueranno a essere luoghi dimenticati di marginalità, da cui si deduce tutta l’inciviltà del nostro Paese.

Prec.

“Toni e Moni”: guida al romanzo regionale o alle storture del patriarcato?

Succ.

Questione morale e politica: non sempre la giustizia è garanzia

Giusy Santella

Giusy Santella

Articoli Correlati

chiesa invisibili clochard
Attualità

Polemiche per i senzatetto in chiesa: possiamo sentirci giusti in un mondo sbagliato?

3 Febbraio 2024

Nutrire l’affamato, accogliere lo straniero, visitare l’ammalato sono gesti di restituzione e, dunque, atti di giustizia.” – Don Andrea Gallo È la notte fra il 2 e 3 dicembre, a Treviso la temperatura è bassa, molto bassa, come sempre...

aborto diritti riproduttivi
Attualità

I diritti riproduttivi in Italia: facciamo il punto con “Libera di abortire”

17 Gennaio 2024

Il 2023 si è chiuso con le parole di Elon Musk che, dal palco di Atreju, in occasione della festa di Fratelli d’Italia, si è dichiarato preoccupato per il tasso della natalità nel nostro Paese, che a quanto sottolineano...

violenza pronto soccorso
Attualità

Violenza in pronto soccorso: un fenomeno ampio

17 Gennaio 2024

Assistiamo, impotenti, all’ennesimo caso di cronaca che ci lascia desolazione e amarezza negli animi. La dottoressa Anna Procida, infermiera, viene aggredita nella serata del 3 gennaio presso il pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Il parente di un...

guerra - ukraina - soldati
Attualità

Gridano “cessate il fuoco” ma nessuno vuole rinunciare alla guerra

17 Gennaio 2024

Sono circa 59 le guerre in atto nel mondo in questo momento. Il Messico combatte dal 2006 contro i cartelli della droga, con 1367 morti. In Nigeria, dal 2009, la guerra ha ucciso 1363 persone. In Siria (1037 morti solo nel 2022), in Iraq (267), nello...

Succ.
questione morale

Questione morale e politica: non sempre la giustizia è garanzia

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I più letti del mese

  • porno napoli o napoli porno di deborah d'addetta

    Porno Napoli (o Napoli Porno, vedete un po’ voi)

    1252 shares
    Share 501 Tweet 313
  • Storia eretica del sangue mestruale

    951 shares
    Share 380 Tweet 238
  • Pier Paolo Pasolini e l’Italia dello sviluppo senza progresso

    720 shares
    Share 288 Tweet 180
  • Esorcisti e psichiatri: demoni o psicosi?

    847 shares
    Share 339 Tweet 212
  • “Il grande Gatsby” e la luce verde del “sogno americano”

    726 shares
    Share 290 Tweet 182
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy policy

Direttore: Alessandro Campaiola

Registrazione al Tribunale di Napoli – Autorizzazione n. 35 del 15/09/2017

Le foto presenti in MarDeiSargassi.it sono reperite su internet, pertanto considerate di pubblico dominio.
Qualora il proprietario di una o più di queste dovesse ritenere illecito il suddetto utilizzo, non esiti a contattare la redazione affinché possano essere rimosse

Iscriviti alla nostra newsletter.

© Copyright 2024 Mar Dei Sargassi | All Right Reserved
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie