Abbiamo smesso di sorprenderci delle affermazioni vergognose dei leghisti da parecchio, almeno fin da quando l’attuale capo politico, appena insediatosi al Viminale, disse a proposito dei migranti che per loro la pacchia era finita. Pur avendo già assistito nel corso degli anni ai vari Borghezio o ai diti medi di Umberto Bossi, infatti, possiamo affermare che la svolta della comunicazione del Carroccio è stata indubbiamente raggiunta con Matteo Salvini al Ministero dell’Interno.
Facciamo riferimento a uno sdoganamento del linguaggio e di alcuni pensieri – o retropensieri – che a rifletterci su ci fanno ancora oggi indignare anche e soprattutto per la vigliaccheria che celano, come nel caso delle minacce velate a Roberto Saviano in merito alla scorta o dell’annuncio di un censimento dei rom. A tal proposito, il dubbio che ha sempre accarezzato la mente di tanti di noi è se il segretario leghista pensi davvero quello che dice o se lo faccia solo per strategia. Ci spieghiamo meglio: siamo certi delle sue mire propagandistiche e della sua tattica al rialzo che punta a esprimere concetti sempre più forti, ma non sappiamo se ci sia un fondo di autenticità in quanto afferma o se in realtà sostiene opinioni che non pensa per niente.
Ed è questa la differenza con la vecchia Lega: ai tempi del Senatùr lombardo – per quanto completamente lontane da noi – le posizioni espresse dal Carroccio erano certamente frutto di un pensiero reale e di un’ideologia che negli anni Ottanta aveva preso piede in una parte ben precisa nel Paese, mentre oggi come possiamo fidarci – ammesso che qualcuno voglia farlo – del fatto che le uscite di Salvini derivino da una consapevolezza concreta, se è lo stesso che fino a qualche anno fa aveva opinioni totalmente opposte rispetto a quelle attuali sull’euro, sul Meridione e così via? Se un tale dilemma rimarrà forse in eterno, possiamo invece affermare con certezza che tra i leghisti quei pensieri trovino una base e una condivisione vera che a volte li fa scambiare – e non è un caso – con estremisti di destra che non hanno nessuna intenzione di fare lo sforzo di apparire ciò che sono.
Nei giorni scorsi, ad esempio, abbiamo scovato una tal Maria Cristina Taccini, consigliera della Lega di San Giuliano Terme (Pisa), che nel corso di un Consiglio Comunale ha sostenuto che i bambini rom sono un po’ come animaletti che alzano la gamba e fanno la pipì sotto un albero, strisciano per terra e si tirano roba da mangiare. Parole che nascondono – e mica tanto – un messaggio politico molto chiaro che il partito a cui appartiene questa signora ha ripetutamente espresso negli anni. C’è, inoltre, un messaggio verbale che è ancora più vile e inquietante perché vuol dire che chi ha pronunciato quelle parole si è sentito legittimato a farlo nel corso di un Consiglio Comunale.
Parliamoci chiaro: sarebbe stato grave anche se si fosse espressa così una persona in stato di ebbrezza in un bar, ma generalmente gli interventi da sostenere nei luoghi di dibattito politico vengono preparati e studiati – si spera. Se, dunque, non si può escludere che le sue affermazioni siano state frutto di un pensiero istintivo elaborato sul momento, si può fermamente dubitare che siano state dette di proposito per fare rumore.
Per restare in tema di idiozie e messaggi sbagliati, siamo poi costretti a salire ai piani alti del partito, dove troviamo il deputato Alessandro Morelli che di recente ha postato un video relativo a Giuseppe Conte e Roberto Fico intenti a suonare il tamburo, scrivendo, per l’appunto, che l’Italia affonda e loro suonano il tamburo. In questo caso preferiamo credere che il Presidente della Commissione dei Trasporti di Montecitorio sia rimasto bloccato per due giorni senza internet e che non abbia ricevuto feedback dal mondo esterno, altrimenti prima di pubblicare il filmato si sarebbe informato scoprendo che in quell’occasione il Premier e il Presidente della Camera erano in piazza insieme a diverse associazioni che si occupano di integrazione sociale dei giovani che hanno disabilità o autismo e che quei tamburi hanno una valenza simbolica non da poco poiché derivano dal riciclo di materiale usato.
Due tristi episodi, quelli appena citati, che si contendono il misero e turpe primato insieme alle dichiarazioni di Roberto Calderoli: il veterano leghista, infatti, a proposito dell’autorizzazione a procedere per il caso Open Arms nei confronti di Salvini, ha paragonato quest’ultimo ad alcune vittime innocenti di mafia, affermando che da Dalla Chiesa a Falcone e Borsellino tanti valorosi uomini di Stato che tentavano di fare il loro dovere con coraggio e dignità sono stati pugnalati alle spalle, abbandonati e traditi, proprio dalle istituzioni che servivano. Ora, capiamo lo squallido tentativo di far passare il Capitano come un martire, ma ricorrere a simili parallelismi significa non avere alcuna intenzione di rispettare innanzitutto chi ci ha messo la pelle, lasciando passare il messaggio secondo cui si possono strumentalizzare persino i morti per mafia. E questo, lo abbiamo già detto, non ci sorprende, ma ci schifa parecchio.
…”non sappiamo se ci sia un fondo di autenticità………….. o se in realtà sostiene opinioni che non pensa per niente.” NON SO se la domanda é retorica oppure Farouk Perrone ignora la distanza fra le due opzioni e in quanto tempo la psiche umana la possa COLMARE . LA risposta non é nel vento ma é cristallizzata nella storia : NIENTE !