• L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Cuma e il suo Parco Archeologico: la cripta e i templi

Francesca Testa di Francesca Testa
17 Giugno 2021
in Lapis
Tempo di lettura: 3 minuti
Share on FacebookShare on TwitterInvia su WhatsApp

Raccontando delle città della Campania, nel suo Geographia Strabone scrive: dopo queste città c’è Cuma, colonia antichissima dei Caldicesi e dei Cumani, la più antica fra quelle di Sicilia e d’Italia. Ippocle cumano e Megastene calcidese, i quali guidavano la spedizione, convennero tra loro che agli uni sarebbe stata attribuita la colonizzazione, degli altri la colonia avrebbe assunto il nome; ecco perché la città si chiama Cuma, mentre si parla di fondazione calcidese.

Nel 524 a.C., i Dauni, gli Aurunci e gli Etruschi si allearono contro Cuma, ma furono sconfitti. In questa battaglia, si distinse il giovane Aristodemo che instaurò la tirannide. All’inizio del secolo successivo, però, una congiura portò alla sua caduta e l’ordine aristocratico fu ripristinato. Per rispondere a un nuovo attacco degli Etruschi, la città di Cuma si alleò con Gerone di Siracusa la cui flotta, nel 474 a.C., sconfisse quella etrusca in una celebre battaglia cantata da Pindaro. Nel 421 a.C., fu poi occupata dai Sanniti, nel 180 a.C. ai cittadini fu concesso l’utilizzo del latino come lingua ufficiale.

Può interessartianche...

Mimmo Jodice, il fotografo che rende visibile il tempo

Raptors in the garden: Canti di grazia di Achille Campanile e Vasca

Sebastião Salgado: la fotografia come atto di resistenza

Come testimonia la storia dei templi, ben presto trasformati in basiliche, Cuma fu uno dei primi centri cristiani della Campania e, nel VI secolo, divenne teatro di aspre lotte fra Goti e Bizantini. Devastata dai Saraceni nel X secolo, decadde a tal punto da ridursi a semplice castello dove cercavano riparo predoni e corsari.

Come racconta Napoli e dintorni di Guide d’Italia, Cuma si dispone, all’estremità ovest dei Campi Flegrei e a nord ovest di Baia, ai piedi e sopra una collina di lava trachitica, isolata in prossimità del mare e culminante nell’angolo nord ovest con l’altura del monte di Cuma (l’acropoli, sede dei principali santuari); le mura, in blocchi di tufo squadrati, la raccordavano a un’area di forma quadrilatera, la cosiddetta città bassa. La linea di costa, per l’insabbiamento iniziato già in epoca romana, è notevolmente avanzata e ha portato alla scomparsa degli apprestamenti portuali.

A destra dell’ingresso dell’Antro della Sibilla, la Cripta romana si apre come una voragine: da questo punto è possibile osservare, per il crollo della volta avvenuto probabilmente già nel periodo della guerra greco-gotica, il grande vestibolo ornato da quattro nicchioni. Il primo tratto di essa è stato per lungo tempo identificato da una tradizione antiquaria con il famoso antro oracolare celebrato da Virgilio e menzionato nelle fonti antiche; già a inizi sec. XX si promuovevano campagne di scavo, che trovarono esito solo negli anni ’20 con Amedeo Maiuri.

Dal lato dell’Antro della Sibilla è possibile poi salire la gradinata di accesso all’acropoli, calpestando il basolato dell’antica “via Sacra”, che dall’ingresso della cittadella portava alle spianate naturali del cuore di Cuma. Dopo l’ingresso, sulla destra, si trovano i resti delle costruzioni greche, romane e medievali. A sinistra c’è una terrazza, che conserva frammenti architettonici e scultorei, offrendo un panorama mozzafiato. Proseguendo per la via Sacra verso destra, si incontra una lapide con alcuni versi dell’Eneide di Virgilio (VI, 14-20) che si riferiscono al tempio di Apollo. Da lì, è possibile raggiungere la terrazza inferiore dove si trovano appunto i resti di questo luogo di culto, scavato nel 1912.

Della costruzione di età greca e sannitica rimane solo la grande PLATEA DI FONDAZIONE a blocchi squadrati in tufo, mentre la maggior parte delle strutture conservate è pertinente alla ristrutturazione di età augustea, allorché la si dotò di una terrazza colonnata aperta verso la città bassa. la CELLA era divisa in tre navate da pilastri; della peristasi si conservano parti di alcune delle colonne costruite in laterizi e successivamente stuccate. Nel sec. VI o VII il tempio fu trasformato in basilica cristiana: nel pavimento si scavarono una novantina di tombe, e di quell’epoca è anche il basamento di una vasca ottagonale, nel lato sud fuori della costruzione, forse appartenente a un battistero.

Riprendendo la via Sacra, passando per un ripido sentiero a scalinata, si raggiunge la terrazza superiore: si tratta del punto più alto del colle dove sono presenti i resti del cosiddetto Tempio di Giove. Eretto in età greca, ricostruito al tempo d’Augusto e trasformato nel V-VI secolo in basilica cristiana a cinque navate. Purtroppo, la fronte occidentale del tempio, a causa di cedimenti e frane, è perduta e le pavimentazioni dell’epoca romana e cristiana hanno nascosto la platea originaria. Quando l’edificio fu adattato a basilica cristiana, la cella diventò presbiterio che venne a trovarsi a metà della navata mediana, preludendo alla disposizione della schola cantorum tipica delle primitive basiliche romane. Chiude il giro il superbo panorama circolare che va da capo Miseno alla gran curva del golfo di Gaeta.

Prec.

Napoli: Conte torna in città, Maresca elogia Berlusconi

Succ.

TNT FedEx: lavoro a rischio, ma guai a manifestare

Francesca Testa

Francesca Testa

Articoli Correlati

mimmo-jodice-fotografo-tempo
Camera Chiara

Mimmo Jodice, il fotografo che rende visibile il tempo

29 Ottobre 2025

La fotografia di Mimmo Jodice ha spesso come protagonista il tempo, un tempo sospeso che va oltre il momento. Il fotografo partenopeo, che si è spento lo scorso 28 ottobre all’età di 91 anni, ha iniziato a sperimentare quest’arte...

Raptors in the garden Achille Campanile e Vasca
Lapis

Raptors in the garden: Canti di grazia di Achille Campanile e Vasca

30 Luglio 2025

Siamo in un periodo in cui la musica tiene conto delle logiche aziendali come se fosse una qualsiasi industria e non in quanto forma d’arte. Il talento pare essere misurato solo e sempre in numeri, in dimensioni, in proporzioni....

Sebastião-Salgado-fotografia
Camera Chiara

Sebastião Salgado: la fotografia come atto di resistenza

3 Giugno 2025

Sebastião Salgado, nato ad Aimorés, Brasile, l’8 febbraio del 1944, è stato un fotoreporter che ha fatto della documentazione sociale una forma di poesia visiva e della bellezza un atto politico. Figlio unico di un allevatore di bovini, studiò...

luk
Interviste

LUK e la musica: qualcosa per cui vale la pena vivere

28 Aprile 2025

Enzo Colursi è un cantautore napoletano classe 1991. Con la band Isole Minori Settime arriva in finale al Premio De André nel 2015. Nel 2017, dopo quattro anni di intensa attività live, il gruppo si scioglie e prende vita...

Succ.
TNT Fedex

TNT FedEx: lavoro a rischio, ma guai a manifestare

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I più letti del mese

  • the brutalist

    “The Brutalist”, ovvero cronaca di un film inutile

    811 shares
    Share 324 Tweet 203
  • Porno Napoli (o Napoli Porno, vedete un po’ voi)

    1490 shares
    Share 596 Tweet 373
  • Storia eretica del sangue mestruale

    1089 shares
    Share 436 Tweet 272
  • Esorcisti e psichiatri: demoni o psicosi?

    931 shares
    Share 372 Tweet 233
  • “Passe, ficusecche ‘e tavutiello”: storia e tradizioni della festa di Ognissanti

    343 shares
    Share 137 Tweet 86
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy policy

Direttore: Alessandro Campaiola

Registrazione al Tribunale di Napoli – Autorizzazione n. 35 del 15/09/2017

Le foto presenti in MarDeiSargassi.it sono reperite su internet, pertanto considerate di pubblico dominio.
Qualora il proprietario di una o più di queste dovesse ritenere illecito il suddetto utilizzo, non esiti a contattare la redazione affinché possano essere rimosse

Iscriviti alla nostra newsletter.

© Copyright 2024 Mar Dei Sargassi | All Right Reserved
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie