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Alessandra Clemente, al momento giusto

Alessandro Campaiola di Alessandro Campaiola
14 Ottobre 2020
in Il Fatto
Tempo di lettura: 4 minuti
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Era il 30 novembre del 2017 quando per la prima volta Palazzo San Giacomo apriva le porte a Mar dei Sargassi. Il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, accoglieva chi scrive nel proprio ufficio per dare il benvenuto al giornale nel mondo dell’informazione partenopea e – non meno importante – per rilasciare un’intervista non banale, a cui oggi torniamo a fare riferimento. 

Intrattenemmo il Primo Cittadino ai nostri microfoni per quasi un’ora, scandagliando il suo profilo umano e politico, poi, in coda alle domande, chiudemmo così quel piacevole e stimolante confronto: Chi continua la rivoluzione arancione dopo di Lei? Le suggerisco un nome: Alessandra Clemente?. La risposta di de Magistris appare oggi scontata, eppure – per sua stessa ammissione – a quei tempi nessun nostro collega si era ancora preoccupato dell’argomento: «È la prima volta che questa domanda mi viene posta dai giornalisti – confessava – Ci sono tante persone che possono prendere il mio posto e Alessandra (Clemente, ndr) è un nome che verrà certamente fuori».

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Tre anni dopo, finalmente, quel nome è stato designato a proseguire l’esperienza del gruppo demA alla guida della città di Napoli. L’attuale Assessore alle Politiche Giovanili è, così, il candidato alla carica di Sindaco per le elezioni del 2021.

Entrata a far parte della squadra dell’ex magistrato nel gennaio del 2013, Alessandra Clemente appare come il più logico elemento di continuità delle politiche arancioni, di ciò che è stato, dunque, l’approccio amministrativo nei riguardi della città del Vesuvio, una rivoluzione popolare fondata su identità e senso d’appartenenza, con i palazzi delle istituzioni aperti a una cittadinanza tornata protagonista. 

L’Assessore ai Giovani ha saputo, sin dal suo insediamento, far propria la lezione di de Magistris, è riuscita nel difficile intento di rendere centrale un assessorato solitamente di contorno all’azione governativa, dando ai tanti ragazzi della città la sensazione di avere un alleato dei loro progetti, della loro voglia di incidere sul territorio, anziché – come sempre prima di lei è accaduto – essere materiale utile esclusivamente per la campagna elettorale.

La principale caratteristica che ha fatto di Luigi de Magistris un Sindaco alla stregua di un capo-popolo è, senza dubbio, l’empatia che è stato in grado di generare nei riguardi della sua gente, la vicinanza ad associazioni, enti e fondazioni, rese parte attiva della macchina operativa napoletana, con le iniziative di queste ultime incluse nell’offerta del Comune alla città. Clemente ne ha seguito intelligentemente i passi fino a prenderne la scia, ritagliandosi un ruolo di assoluto riferimento.

Se, però, c’è un appunto che questo giornale ha mosso, anche di recente, al movimento arancione è quello di non essere riuscito a costruire null’altro che non fosse identificabile nella figura dell’attuale Primo Cittadino, una scarsa capacità – al netto degli sgambetti subiti anche dalle forze alleate – di proporre personalità di riferimento che fossero in grado di proseguirne l’azione. Al gruppo demA è, probabilmente, mancata la struttura propria dei veri partiti, un neo che in dieci anni di lavoro alla guida della città avrebbe dovuto trasformarsi in un punto di forza.

Alessandra Clemente è stata uno dei pochissimi esponenti dell’attuale giunta – e senz’altro la più caparbia e puntuale – a costruirsi quel tipo di profilo. Ecco perché la sua nomina non ci sorprende, ecco perché arriva al momento giusto, dopo anni trascorsi a proporre agli under 35 della città ogni opportunità di finanziamento, la creazione di nuovi luoghi di aggregazione come la Casa della Cultura e dei Giovani a Pianura e il centro giovanile nel Polifunzionale di Soccavo, la propria presenza.

In tante occasioni, nel corso di questi anni, il sottoscritto ha provato a chiedere all’Assessore se l’ipotesi di sostituire de Magistris fosse nelle sue idee, nei suoi sogni. L’ultima volta che la nostra telecamera ha incrociato Alessandra Clemente la risposta in merito alle nostre curiosità è stata «voglio fare benissimo l’Assessore», conscia di essere in corsa, ma concentrata a limare quei punti deboli che potrebbero minarne l’ascesa nel confronto con avversari di spessore, come quelli che le forze politiche d’opposizione sembrano voler proporre approfittando dell’addio dell’attuale Sindaco.

Ciò che Luigi de Magistris spesso sottolinea è, infatti, un fatto concreto e tutt’altro che sottostimabile: la sua capacità di far fronte comune con le persone, il proprio carisma e – non ultimo – il suo riuscire a reggere il peso tanto dei problemi atavici di cui Napoli non sa liberarsi quanto delle pugnalate alle spalle subite – a più riprese – dalla sua stessa maggioranza, caratteristiche che difficilmente renderanno ripetibile la sua esperienza a Palazzo San Giacomo e facile il compito di chi ne prenderà l’eredità.

Alessandra Clemente, però, ha dalla sua una personalità più moderata, un istinto volto alla mediazione che potrebbe non dispiacere anche a partiti come il PD, che con demA aveva già trovato una linea comune in occasione del voto per le suppletive del Senato dello scorso febbraio sul nome di Sandro Ruotolo. La giovane candidata avrà il difficile onere di riavvicinare quanti negli ultimi tempi hanno posto distacco tra sé e il movimento arancione, di convincere i suoi concittadini a non cedere alle sirene della vecchia politica a cui Napoli ancora paga il prezzo del proprio passaggio in piazza Municipio.

È il momento giusto per lei, è il momento giusto per la città, giovane per i giovani, per una Napoli da rinsaldare nelle sue radici e portare per mano verso il futuro che merita. La corsa alle Comunali 2021 può dirsi ufficialmente entrata nel vivo.

Foto copertina: Facebook Alessandra Clemente

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