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“Racconti di sale, polvere e cemento”: l’alienazione dell’uomo postmoderno

Fabiana Stornaiuolo di Fabiana Stornaiuolo
6 Febbraio 2018
in Billy
Tempo di lettura: 2 minuti
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Leggere questo libro è come mandar giù un boccone appetitoso che lascia un retrogusto amaro: la piacevolezza della lettura fa i conti con la crudezza della vita che racconta. È un viaggio nell’uomo moderno, alla ricerca del suo inconscio attraverso l’analisi dei suoi vizi.

Racconti di sale, polvere e cemento è l’ultimo lavoro degli Alieni Metropolitani, un gruppo di ragazzi evidentemente disincantati che ha deciso di guardare in faccia la realtà in cui vive, con occhi aperti e nessuna paura di scoprire cosa c’è dietro. E quello che vede lo racconta, soprattutto sul web.

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La sua storia ha inizio nel 2011, sotto la spinta di un professionista nel settore delle comunicazioni, Giorgio Michelangelo Fabbrucci, ormai stanco di doversi adattare a un mondo che mal si adattava a lui. Di qui l’esigenza di scrivere la sua disapprovazione, il suo distacco da un contesto che non sentiva appartenergli: è così che è nata la corrente letteraria, Alieni Metropolitani non a caso.

Il loro percorso è andato avanti, nel tempo, arrivando ora a concretizzarsi materialmente con una raccolta di racconti che contiene tutti gli ingredienti per infondere nel lettore stupore e rinnovata consapevolezza.

Si tratta di un’immersione nel proprio mondo, fatto di sale, polvere, cemento e un egocentrismo che ormai colpisce tutti i figli del XXI secolo, chi più chi meno. La trama, o meglio gli argomenti trattati, si intuiscono già dando una scorsa veloce alle tre sezioni in cui il libro è diviso: Alienazioni – che non poteva certo mancare – La fine dell’umanità e Leggende metropolitane.

Nel lavoro, curato da Andrea Corona, cinque autori propongono i loro punti di vista sul mondo, e ognuno riesce ad arricchire il lettore in modo diverso: qualcuno con domande aperte e problemi irrisolti, altri con il sorriso, senza rinunciare mai a una sprezzate e lucida ironia.

Il dibattito postmoderno è aspro, critico e intriso di futurismo. Soprattutto, ciò che emerge con maggior chiarezza è l’insoddisfazione che prorompe dalla voce dei giovani che sono “fuori dal coro”, che non riescono a identificarsi nei modelli che propone la città di cemento.

Nel libro vengono messe in discussione le basi stesse sulle quali poggia la nostra società: l’apparenza, la superficialità del consumismo compulsivo, l’ossessione per la perfezione, l’esigenza di produrre, produrre senza sosta, dimenticando, nel processo di mercato, il produttore stesso: l’uomo.

Il vero soggetto della raccolta è proprio lui: l’uomo disumanizzato, alienato, in una società che di vero sembra conservare ben poco, gettando invece l’essere umano in un vortice di caos e finzione. La follia, in questo contesto, sembra essere l’unica conseguenza, o, forse, una possibilità di salvezza. Una cosa è certa: non identificarsi nei protagonisti delle storie narrate, sembra impossibile. Che si sia pronti ad accettarlo o meno, siamo tutti Alieni Metropolitani.

Prec.

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