Lo chiamano il Sindaco pescatore, Angelo Vassallo, il Primo Cittadino del piccolo paesino di Pollica, nel Cilento, ucciso dalla camorra il 5 settembre del 2010. Quella sera di fine estate, Vassallo fu raggiunto da alcuni uomini e assassinato con nove colpi di pistola, mentre era alla guida della sua auto. A distanza di dodici anni da quel tragico accaduto, ancora non è stata fatta luce sulla verità.
Angelo Vassallo combatteva, da tempo, il traffico di droga che avveniva, in maniera sempre più frequente, nel porto di Acciaroli, motivo per cui sembra facile associare la sua esecuzione alla mano della criminalità organizzata. Facile, forse, per chi legge e analizza i fatti, non per lo Stato, di cui alcuni rappresentanti potrebbero essere coinvolti nell’episodio.
Da quel giorno, tante sono state le manifestazioni di solidarietà e vicinanza, certamente tardive, come spesso in Italia, ma utili a non far tramontare l’attenzione mediatica sulla vicenda. La storia del Sindaco pescatore è diventata, negli anni, un recital teatrale con Ettore Bassi, poi anche un film TV di Rai 1, con l’interpretazione di Sergio Castellitto. A dare battaglia, alla ricerca della giustizia, è il fratello di Angelo Vassallo, Dario, medico, autore del libro La verità negata. Lo abbiamo intervistato.
Sono passati undici anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il Sindaco pescatore. Innanzitutto, ci racconta chi era Suo fratello e l’origine del soprannome che tutti conosciamo?
«Angelo Vassallo era un uomo determinato nelle sue azioni e nei suoi sogni. Durante i suoi quindici anni da amministratore è riuscito in quello che pochi amministratori riescono a fare: costruire una comunità. Per realizzare questo sogno, mai svelato, ma adesso studiato, non ha mai fatto un passo indietro, andando sempre per la direzione giusta, la legalità e il bene comune. Viene definito il Sindaco pescatore perché era un pescatore professionista e durante la sua vita da pescatore era riuscito a fare quello che altri impiegano tre vite. Angelo, prima di essere il Sindaco di Pollica, era proprietario di tre pescherecci, un tabacchi-bar e una pescheria. Beni venduti durante la sua vita da Sindaco».
Le indagini non lo hanno ancora chiarito, ma in tanti – tra cui anche Lei – sostengono che quello di Angelo Vassallo sia stato un omicidio eccellente, legato a questioni di droga e camorra. Qual è la Sua opinione dei fatti di quel tragico accaduto?
«L’omicidio di Angelo è stato studiato a tavolino, magari anche durante una cena a base di champagne e ostriche, dove i commensali erano appartenenti alle mafie e uomini cerniera. Questi ultimi sono quegli uomini, laureati, che fanno da cerniera tra la legalità e le mafie. Oggi anche quello è diventato un lavoro, e il più delle volte è svolto da avvocati o commercialisti».
Durante questi anni di battaglie per avere giustizia ha accusato spesso le istituzioni di non aver osservato comportamenti idonei al caso. Lo ha scritto anche nel Suo libro La verità negata. A cosa si riferisce?
«Nel libro La verità negata vengono descritti in modo molto chiaro comportamenti e azioni di uomini dello Stato che durante questi anni, spavaldi e sicuri di non essere attaccati, si sono involontariamente condannati con articoli di giornali o con interviste. Il loro lavoro è sotto la lente della Commissione Parlamentare Antimafia. Aspettiamo. Non ci saranno sconti per nessuno».
Altra accusa che ha mosso è stata rivolta al partito in cui militava Suo fratello, il PD, reo di non aver fatto nulla per difenderlo e di aver utilizzato la vicenda Vassallo soltanto per passerelle mediatiche. Ci spiega in che modo?
«Il Partito Democratico da Salerno in giù dovrebbe essere sciolto, ma questo è un loro problema. Noi parliamo con fatti e non parole, basti pensare che il 23 luglio 2021 la Commissione Parlamentare Antimafia è stata ad Acciaroli: essa è composta da rappresentanti di tutti i partiti, eppure mancava il rappresentante del PD. Nello stesso giorno, con l’arrivo della Commissione, nessun Sindaco del Cilento era presente nell’accogliere il Comitato Antimafia, tantomeno quello di Pollica, gli unici politici presenti erano Pino Palmieri, Sindaco di Roscigno, e Gisella Botticchio, Consigliera di minoranza del Comune di Agropoli, che non sono certo del PD. Quando ci siamo costituiti parte civile, come fondazione nel processo Due Torri bis, che riguardava strade mai realizzate, ma pagate, il PD non si è costituito parte civile e neanche il Comune di Pollica. Questo processo è nato dalle denunce del Sindaco pescatore. Milioni scomparsi e strade mai realizzate. Oppure vogliamo ricordare che il Sindaco Stefano Pisani, negli anni addietro e per due anni consecutivi, ha autorizzato la sagra del pesce nel Comune di Pollica nello stesso giorno durante il quale noi ricordavamo l’uccisione di Angelo, 5 settembre?».
La vicenda ha avuto un’enorme portata mediatica. È felice dell’attenzione e dell’affetto ricevuto da tutta Italia?
«Non si è mai felici dell’attenzione, soprattutto quando si parla di un Sindaco morto ammazzato, perché non si può essere felici. Certamente l’attenzione mediatica ha e ha avuto un ruolo determinante, perché i media sono fondamentali nella ricerca della verità, soprattutto quando il giornalista è libero di agire e di scrivere».
In che modo opera la fondazione che porta il nome di Suo fratello Angelo?
«La fondazione opera secondo i dettami lasciati da Angelo, prodigarci a costruire una comunità in tutto il Paese, mettendo in relazione uomini e donne che non si sarebbero mai incontrati, mettendo in relazione territori e problematiche. Condividendo i sogni e la progettualità per un Paese migliore, senza distinzione politica o di appartenenza. Ci crediamo, e per questo il 3 e 4 settembre abbiamo dato vita a Pollica Futura 2021 Scuola per Giovani Amministratori. Una scuola diversa, dove i relatori sono Sindaci, amministratori, uomini dello Stato che trasmettono ai ragazzi le loro esperienze decennali. È una scuola itinerante aperta a soli quindici ragazzi, la prossima tappa sarà nel mese di dicembre a Roma».
Che luogo è, oggi, Pollica? Crede che il lavoro di Suo fratello sia andato perduto o resiste nella comunità e nella politica della città?
«Il lavoro di Angelo è andato completamente perduto, non esiste una comunità, esiste Facebook, un paese virtuale. Come dissi nel 2011 durante la Festa della Speranza ad Acciaroli, dedicata ad Angelo: “State attenti perché da proprietari diventerete garzoni”. Adesso, dopo undici anni, bisogna correggere: “State attenti che da garzoni diventerete schiavi del Re straniero”».