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Venezia: Leone d’oro a “L’Événement”, bene l’Italia

Alessandra Trifari di Alessandra Trifari
13 Settembre 2021
in Cinema
Tempo di lettura: 5 minuti
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La 78ª edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia si è conclusa sabato 11 settembre, tra sorprese e incredibili emozioni. Dopo gli Oscar, è la manifestazione cinematografica più antica del mondo – la prima edizione risale al 1932 – e non serve precisare quanto il noto leoncino alato sia oramai atteso, passerella per numerosi autori e pellicole, specialmente in vista degli Academy Awards.

Organizzata come al solito dalla Biennale – presieduta da Roberto Cicutto – e diretta da Alberto Barbera, la Mostra di questo 2021 ha visto anzitutto un’enorme svolta rispetto all’anno precedente, una nuova luce che rimanda all’epoca pre-Covid. Madrina di quest’edizione, l’attrice Serena Rossi. La giuria internazionale del concorso è stata presieduta dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, affiancato, gli altri, dai registi Saverio Costanzo e Chloé Zhao, le attrici Virginie Efira, Cynthia Erivo e Sarah Gadon, e il documentarista Alexander Nanau.

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A vincere l’ambito Leone d’oro al miglior film è stata, a sorpresa di molti, la Francia con L’Événement, regia e sceneggiatura di Audrey Diwan. Ancora una volta il trionfo delle donne dietro la macchina da presa, ancora una volta un film potente, scioccante, adattamento dell’omonimo romanzo di Annie Ernaux che narra la difficile condizione di una gravidanza non desiderata, in un’epoca – quella della Francia anni Sessanta – in cui l’aborto era illegale. Fantastica Anamaria Vartolomei nei panni di una studentessa universitaria determinata a tutti costi a far valere la propria libertà, al fine di realizzare il suo sogno professionale.

Il Leone d’argento per la miglior regia è andato, invece, a Jane Campion per Il potere del cane, altro adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1967 di Thomas Savage. Presentato in seconda serata, ha visto sul red carpet la splendida Kirsten Dunst, protagonista del film assieme a Benedict Cumberbatch. Un western contemporaneo che si destreggia tra drammatico e thriller e che vede tra gli interpreti anche Jesse Plemons e Frances Conroy.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino si è aggiudicato il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria, con gli attori Toni Servillo, Luisa Ranieri e Filippo Scotti, onorato anche lui con il Premio Marcello Mastroianni per il miglior attore emergente. Orgoglio e vera commozione hanno attraversato gli occhi di Sorrentino, coinvolto in questa pellicola come non mai: si tratta, infatti, del suo più intimo lavoro poiché ispirato alla sua infanzia e giovinezza e a come Maradona abbia contribuito a salvarlo. «Il giorno del funerale dei miei genitori», ha detto il regista «il preside mandò solo una rappresentanza di quattro compagni di classe. Ci rimasi malissimo. Questo però non ha più importanza perché oggi è venuta tutta la classe, che siete voi».

La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è stata consegnata a John Arcilla per On the Job 2: The Missing 8, regia di Erik Matti, mentre quella per la migliore interpretazione femminile è andata a Penélope Cruz per Madres paralelas, film di apertura alla kermesse, scritto e diretto da Pedro Almodóvar. Intensa pellicola che troveremo al cinema a ottobre e che vedrà protagoniste due donne divenute madri lo stesso giorno nella stessa clinica, la cui vita è destinata inevitabilmente a intrecciarsi.

L’Italia ha trionfato nuovamente grazie a Il buco, di Michelangelo Frammartino, presentato nella quarta serata, che ha ottenuto il Premio speciale della giuria. Il Premio Osella per la miglior sceneggiatura lo ha sollevato Maggie Gyllenhall, regista, al suo esordio, di The Lost Daughter, un adattamento del romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante, con protagoniste Olivia Colman, Jessie Buckley e Dakota Johnson.

Restano a mani vuote, purtroppo, i fratelli D’Innocenzo con America Latina, terzo lungometraggio dopo il successo di Favolacce, sempre con Elio Germano. Ma anche Qui rido io, regia di Mario Martone, con un Toni Servillo nel ruolo del commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta, padre dei celebri Eduardo, Peppino e Titina De Filippo.

Avevamo grandi aspettative per Freaks Out, diretto da Gabriele Mainetti e scritto da Nicola Guaglianone, lo stesso duo che trionfò nel 2015 con Lo Chiamavano Jeeg Robot. Di nuovo un film con personaggi dalle capacità speciali, stavolta ambientato nella Roma del periodo nazista, di nuovo Claudio Santamaria, stavolta affiancato da Pietro Castellitto, Aurora Giovinazzo e Giancarlo Martini. Attendiamo al cinema altre due pellicole di tutto rispetto: Sundown, del regista messicano Michel Franco, con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg e Spencer, di Pablo Larraín, biopic su Lady Diana, interpretata da una sorprendente Kristen Stewart.

Tra i momenti più emozionanti del Festival senz’altro rientrano i due Leoni d’oro alla carriera consegnati a Roberto Benigni e Jamie Lee Curtis, rispettivamente nella prima e ottava serata. «Il mio cuore è colmo di gioia e gratitudine» ha detto il regista, attore e sceneggiatore durante il discorso di premiazione, il quale ha poi dedicato il premio alla moglie Nicoletta Braschi: «Se qualcosa di buono ho fatto è grazie alla tua luce». Alberto Barbera ha dichiarato: «Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali. […] Pochi artisti hanno saputo come lui fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti d’interprete […] nonché di avvincente e raffinato esegeta letterario».

La Curtis, nei suoi capelli orgogliosamente bianchi e l’abito rosso leopardato, ha ritirato il riconoscimento come di consueto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema e l’ha dedicato alle vittime e ai sopravvissuti alla violenza di qualsiasi tipo. La premiazione è avvenuta prima della presentazione fuori concorso del nuovo capitolo della saga horror Halloween Kills, diretto da David Gordon Green e con l’attrice come protagonista.

Fuori concorso anche alcune pellicole tanto attese che a breve troveremo in sala. Come Dune, regia di Denis Villeneuve e un cast eccezionale: Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Charlotte Rampling, Jason Momoa, Javier Bardem e molti altri. Il film di fantascienza è la prima parte dell’adattamento del romanzo omonimo scritto da Frank Herbert, già trasposto con un film di David Lynch e una miniserie.

E, ancora, The Last Duel, film storico di Ridley Scott – il regista si è aggiudicato il Premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker – che vede tra i suoi interpreti Matt Damon, Adam Driver, Jodie Comer e Ben Affleck, oppure Ultima notte a Soho, regia di Edgar Wright, con protagonista Anya Taylor-Joy. Accolto tra dissenso e approvazione, La scuola cattolica di Stefano Mordini ha riportato sullo schermo le orribili vicende del massacro del Circeo.

Insomma, una settimana contraddistinta da arte, buon cinema e favolosi interpreti. Tra i flash dei fotografi in gara per accaparrarsi le pose e i look migliori delle star, non possiamo che attendere con impazienza l’uscita in sala delle pellicole premiate e non solo.

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Alessandra Trifari

Classe 1991. Dottoressa in storia dell'arte e disegnatrice. Scrive da sempre e la sua mente viaggia tra arte, cinema, musica e parità di genere. Dei due sentieri, sceglierà sempre il meno battuto.

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