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Appuntamenti

Ricordare Masullo a cento anni dalla nascita

Il 12 e 13 aprile, a Napoli, si svolgerà un intenso programma di iniziative per commemorare un grande Maestro di vita e di pensiero: Aldo Masullo. Ricordare un illustre concittadino e un caro amico scomparso è, indiscutibilmente, un’occasione triste ma anche, per l’opportunità che ci offre di ritrovarci in amicizia, un momento di lieto dialogo.

Premetto che non sono un filosofo di professione. Un allievo di Masullo nel senso di aver compiuto con lui un percorso accademico e di condivisione di “scuola”, da intendersi come un itinerario di comuni ricerche e studi. Il mio legame con il Maestro lungo l’arco di tanti decenni, in innumerevoli attività e iniziative per la promozione della cultura e per la divulgazione della filosofia, è stato un rapporto politico e di colleganza, in alcuni momenti cruciali, in comuni ambiti di rappresentanza istituzionale della vita della nostra Polis, anzi Nea-Polis.

Mi rifugio, per sentirmi autorizzato a dialogare intorno alla sua figura e al suo insegnamento con alcuni dei suoi allievi filosofi più autorevoli, dietro la definizione di Gramsci del lavoro intellettuale che è un lavoro da specialista più politico.

È stato, il nostro, un rapporto politico e personale molto intenso. Chiunque abbia interesse può ancora ascoltare migliaia di napoletani raccontare con grande felicità cosa accadeva nell’incontrare Masullo. Esattamente ciò che accadde a me qualche decennio fa.

Si è molto parlato, e continua a vivere nel ricordo dello spirito pubblico della nostra città, del fascino che emanava Masullo nelle sue lezioni e nei suoi incontri. Si veniva letteralmente rapiti dal suo discorso. Io lo descrivo come l’incontro con Eros-Filosofo. Ascoltare Masullo era l’itinerario verso la dimensione erotica (di Amore) della pedagogia e della filosofia.

Aggiungo a tal proposito, poiché il Maestro quasi mai mi diceva di no quando gli chiedevo di partecipare a iniziative o attività culturali dell’Assessorato, il ricordo di una sua lezione nel Convento di San Domenico Maggiore nel corso della notte degli innamorati di Napoli. I presenti gli sentirono affermare che la più bella definizione dell’amore è quella data da Platone nel Simposio: Amore è ciò che ci svuota di estraneità e ci riempie di intimità. L’incontro con Masullo risvegliava in ciascuno il suo daimon dormiente.

Attiro l’attenzione su questo aspetto proprio per restare sul tema che vogliamo sottolineare nelle attività del centenario. Ascoltarlo produceva un cambiamento. Una trasformazione. Accendeva una scintilla. Nessuno poteva restare identico a prima dopo aver incontrato, ascoltato, dialogato con Masullo. Tutti avvertivano che si rendeva possibile ed era adottabile un nuovo sguardo, un nuovo indirizzo per le proprie umane facoltà.

Sosteneva Masullo che tutti i cittadini sono filosofi. Tutti hanno una personale visione del mondo e del loro posto nella vita e nella società. Perciò tutti nel dialogo possiamo cambiare. A tutti può accadere quel momento inatteso e inaspettato e definirlo un sentimento di salvezza che si fa strada nel nostro animo. Una ricapitolazione personale e intima del mito della caverna platonico. Quando dalle ombre confuse si perviene alla luce che dà chiarezza.

Nessun mondo si può salvare senza una modificazione dei propri sentimenti e delle proprie attitudini critiche, senza una nuova consapevolezza. Un impulso a migliorarsi che costituisce esattamente il compito della filosofia. Sentivi la voce di Masullo risuonare nel tuo intimo. Nel contempo, anche per la sua totale generosità, sentivi umanamente il tuo risuonare in lui in uno scambio fecondo e rispettoso.

Dobbiamo raccogliere l’esortazione fatta da uno dei suoi allievi e amici, Bruno Moroncini, a impegnarci nella diffusione e nello studio di un pensiero che è stato solo inizialmente appreso e compreso. Un pensiero alto e inesplorato nella sua profondità, una ricchezza solo marginalmente adoperata. Ciascuno nel proprio ambito di attività deve avvertirlo come una pressante urgenza, un bisogno etico e gioioso a un tempo. Perché il tempo per la salvezza è in via di esaurimento.

Cito costantemente il libro di Masullo dal singolare titolo La Storia e la morte del 1964. Ne ho parlato poco tempo fa in una pubblicazione promossa da un gruppo di amici e cittadini residenti al Monte di Dio, dove ha sede l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici che Masullo frequentava abitualmente. Mi era è stato chiesto di raccontare un’esperienza personale relativa al mio rapporto con Monte di Dio e io ho ricordato uno dei miei ultimi incontri con Aldo.

Nonostante la sua età avanzata, lo accompagnai lì per quello che fu uno dei suoi ultimi confronti con i giovani a cui non si sottraeva mai, a qualsiasi costo. In quella occasione si sentì male ed ebbe una delle sue crisi glicemiche. Ne fummo tutti molto preoccupati e turbati. Potete immaginare i miei sensi di colpa. Ma egli non voleva rinunciare a un attimo della sua lotta. Per questo il nesso con La Storia e la morte.

Quando venne pubblicato nel 1964, il ricordo di quei tredici giorni della crisi di Cuba nell’ottobre del 1962 che avevano tenuto il mondo con il fiato sospeso sul baratro della catastrofe era ancora vivo e due anni più tardi, il 16 ottobre 1964, il timore trovò un nuovo alimento quando nel deserto del Gobi si innalzò la minacciosa nube a forma di fungo della prima bomba atomica cinese. La situazione rese evidente che eravamo entrati in un tempo radicalmente nuovo e mai immaginato e pensato.

Il tempo segnato dal rischio atomico spinge la coscienza storica e la riflessione filosofica a mettere radicalmente in questione qualsiasi visione tranquillizzante della storia e ad affrontare proprio il tema della morte della storia.

Citiamo Masullo: Nella tradizione del pensiero occidentale la consapevolezza della mortalità della storia è stata coperta finora dalla certezza che l’esistenza dell’umanità potesse sopravvivere alla morte degli individui, ora invece il rischio atomico apre alla possibilità della morte non di questo o quell’individuo ma dell’umanità stessa. Una situazione limite che inserisce nella vita umana la coscienza di un incombente annullamento non dell’esistenza individuale ma dell’esistenza in sé stessa come trascendimento verso il valore, come storia, come campo dei possibili significati dell’essere.

La storia, secondo Masullo, nasce proprio dalla lotta della ragione contro la morte: La ragione consapevole di essere mortale lotta contro la morte. Questa lotta finché dura è la storia. La domanda filosofica per eccellenza non è più dunque quella heideggeriana Perché l’essente e non piuttosto il nulla?, bensì Vogliamo l’essente o piuttosto il nulla?. Cambia quindi radicalmente la natura del nostro pensare.

Masullo era impegnato in un mortale corpo a corpo con quel regredire della civiltà umana che lo angosciava. Il medio infranto e il ritrovarsi della presente umanità quale disperso panorama di monadi irrelate costituivano la spinta del suo filosofico interrogarsi e del suo filosofico richiamare. Lo rianimava ogni volta l’incontro e nel dialogo umano ritrovava eros e grazia.

Pagine altissime, vertici di un’originale interpretazione di Hegel tra le più feconde in Europa, e che germinano dal dialogo con Parmenide e Plotino, troviamo tra le tante di Masullo anche in Stati di nichilismo proprio in questi giorni ristampato da Artstudiopaparo:

Il medio subisce qui lo scacco decisivo: pensiero ed essere sono una medesima cosa, come una medesima cosa sono lo spirito ed il mondo. Ma pensiero ed essere, spirito e mondo, l’autocoscienza insomma, si perderebbero nella notte del nulla se non si presentassero alla luce della empirica coscienza dell’individuo, con la quale però nessun medio riesce a saldarli in un circolo continuo, in una assoluta unità […].

Ma alla prova decisiva […] la macchina del medio rovina, si rompe miseramente, vinta dall’irresistibile potenza della scissione. Si impone così la figura del medio infranto […].

Così, individuale destino e destino dell’umanità sono sull’orlo del nulla.

Al posto della mediazione sempre più si diffonde un insensato delirio di puntiformi «c’è», ognuno chiuso nella propria indifferenza al differente da sé e, quindi, a se stesso.

Sentire corporalmente il pensiero è un meraviglioso saggio dedicato da Masullo a Leopardi. Così egli lo conclude parlando della solitudine del poeta e della nostra dominante condizione esistenziale: Il filosofo (Leopardi) scopre la solitudine autentica.

Ma l’uomo che patisce la sua vita da solo non sa reggerne il peso.

Lo soccorre la poesia, con cui una solitudine chiama le altre, come se ognuna potesse nella solidarietà delle altre trovare la salvezza dalla disperazione.

La poesia è grazia.

Essa – suggerisce Thomas Dumm – semplicemente ci dice “come essere soli insieme”.

Non è forse questo che di Leopardi, impotente infine la sua filosofica prosa, con amorosa pietà la parola poetica canta?

“Passero solitario… cantando vai”.

Contributo a cura di Nino Daniele, scrittore, ex Sindaco di Ercolano ed ex Assessore alla Cultura del Comune di Napoli

Il programma del centenario

12 aprile

Itinerario Aldo Masullo.
Passeggiata filosofica.

ore 10:00, Piazza Fuga, Libreria IoCiSto. Apertura delle celebrazioni con la presenza del Sindaco di Napoli. Intervento artistico di Massimo Andrei;

ore 11:15, Viale Michelangelo, Caffetteria. Performance artistiche di Agnese Laurenza, Josepha Pangia e Alfredo Pumilia. Tema: la civile conversazione. L’Europa dei caffè. Letture e dialoghi;

ore 11:15, Via Salvator Rosa, Liceo Gian Battista Vico. Lettura da Vico poeta dell’alba di Aniello Montano e altre letture da Vico;

ore 11:15 Galleria Principe, Esibizione dei Napulitanata. La canzone classica napoletana e la costruzione dei legami;

ore 12.00 Piazza del Gesù, Libreria Dante & Descartes. Chiusura delle mattinata. Interverranno i licei Flacco di Portici, Genovesi, V. Emanuele e Garibaldi, a seguire esibizione di Daniele Sanzone. Musica, riscatto, giustizia.

13 aprile

Chiostro San Domenico

ore 16:30, Sala del Capitolo. Esibizione musicale. Il liceo musicale Margherita Savoia presenta: 1. Ensemble da camera (solista) Arianna Pecoraro diretto dal Maestro Johnny Grima; 2. Ensemble vocale diretto dalla Prof. Luisa D’Avino; 3. Ensemble di chitarre diretto dal Maestro Enzo Amato;

ore 17:00, chiostro. Brunello Leone: l’omaggio delle Guarattelle ad Aldo Masullo. Pulcinella e Giordano Bruno;

ore 17:00, cortile, chiostro. Intervento di artisti vari: Alfredo Pumilia, violinista, Pasquale Ruocco, chitarrista, Agnese Laurenza, Josepha Pangia, Alfredo Pumilia attori;

ore 17:00, Sala del Capitolo. Discorso inaugurale delle celebrazioni a cura di Gennaro Carillo. Letture dell’attore Ciro Capano;

ore 17:30, conversazione di Pasquale Sabbatino su Anarchia nel Giordano Bruno di Masullo;

ore 18:00, corridoio della cella di S. Tommaso. Conversazione a cura di Giovanna Borrello, Florinda Li Vigni: Eros. Lettura di apertura di Enzo Moscato;

ore 18:30, Sala del Capitolo. Conferenza Masullo e Napoli, lettura da Napoli Siccome immobile di Cristina Donadio. Conversazione con Claudio Scamardella, Paolo Giugliano, Carlo Masullo, Berardo Impegno;

ore 19:30, Sala del Capitolo. Assemblea Filosofica. Legge Antonello Cossia, presiede e coordina Pino Ferraro.

A seguire (ore 21:15), Sala del Capitolo. Concerto a quattro mani di Michele Campanella e Monica Leone. Apre lettura di Massimo Andrei;

ore 22:00, cortile. Saluto finale di Titti Marrone e concerto di chiusura di Daniele Sepe.

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