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Latina: nostalgia del ventennio o valorizzazione del patrimonio?

Francesca Testa di Francesca Testa
11 Ottobre 2024
in Margini
Tempo di lettura: 3 minuti
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La proposta di inserire la città di Latina tra i siti patrimonio UNESCO risale a marzo 2024 ed è stata avanzata dalla deputata della Lega Giovanna Miele (ex consigliera cittadina). L’iniziativa è stata poi discussa in Commissione Cultura alla Camera a fine settembre con i seguenti motivi: L’inserimento degli edifici di fondazione di Latina nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità Unesco porterebbe a una maggiore attenzione per il suo valore artistico e storico agevolandone la valorizzazione e la protezione […] un circuito riconosciuto a livello internazionale consentirebbe una straordinaria visibilità al sito, sviluppando una maggiore capacità attrattiva a livello turistico.

La proposta ha un tempismo perfetto dato che arriva proprio nel momento in cui c’è stato il rilancio dei lavori per il centenario della città nel 2032.

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Latina, una delle città più giovani d’Italia, è nata con il nome di Littoria, durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica integrale dell’Agro Pontino, per poi essere inaugurata il 18 dicembre del 1932. Il suo nome prende origine dal fascio littorio, fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio intorno a una scure, emblema del regime e già simbolo di potere nell’antica Roma.

Proprio per la sua fondazione di epoca mussoliniana, Latina conserva oggi un centro storico unico in Italia e tra le architetture più note, di stile fascista, ci sono la sede del Municipio e la sua Torre civica con l’orologio, ma anche la Fontana della palla, il Palazzo della Prefettura, il Museo civico Duilio Cambellotti, il Palazzo delle Poste e l’immancabile Palazzo M. Nelle architetture della città non mancano però anche i richiami all’avanguardia futurista e altre costruzioni realizzate nei primi anni Quaranta del Novecento.

Includere Latina nella lista UNESCO è vista, dunque, come occasione di portare maggiore visibilità e riconoscimento anche a città quali Sabaudia, Pontinia, Aprilia e Pomezia che condividono con il centro laziale un retroscena simile da un punto di vista architettonico e storico.

Massimiliano Carnevale, Assessore ai lavori pubblici e Vicesindaco di Latina, ha dichiarato grande soddisfazione e sincero apprezzamento per l’iniziativa: «Latina […] è un esempio unico nel nostro Paese di città progettata secondo i canoni dell’architettura razionalista. Tuttavia, il valore di questi edifici va ben oltre le vicende politiche del passato, poiché testimoniano un’epoca di straordinaria trasformazione urbanistica, in cui l’architettura si faceva interprete delle esigenze di funzionalità e modernità. […] Mi auguro che questa proposta possa essere accolta positivamente da tutte le forze politiche, superando ogni strumentalizzazione ideologica. […] Il lavoro che stiamo portando avanti […] va esattamente in questa direzione: restituire a Latina il suo ruolo centrale nel panorama nazionale, grazie a una visione che guarda al futuro senza dimenticare le nostre radici».

Il testo di legge sarà votato entro fine ottobre. A tal proposito, la deputata PD Laura Boldrini afferma: «Siamo davanti a un tentativo di riscrivere la storia e di nobilitare il fascismo e a questo non potremo mai prestarci. Altro che Gianfranco Fini quando definì il fascismo “il male assoluto”. Per me la risoluzione della Lega su Latina è del tutto inopportuna. Piuttosto credo che l’architettura di Latina debba restare lì come monito rispetto a quello che è stato il fascismo e che per me non fece nulla di buono. Non lo fece a Matteotti, né a Gramsci lasciandolo in carcere, non lo fece alla comunità ebraica e ai popoli colonizzati in Africa».

Anche Elisabetta Piccolotti, deputata di Sinistra Italiana, ha espresso il suo disappunto: «Prima domanda: qual è “l’eccezionale valore universale”, cioè per il mondo intero, che si vuole attribuire al Palazzo M che ricalca la prima lettera del capo del fascismo Mussolini, secondo Miele? Seconda domanda: siamo noi di sinistra che vediamo fascismo ovunque o è la destra a essere fissata con il ventennio?».

Tra i criteri per l’inserimento nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO il punto (iv) riporta: Costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio che illustri uno o più importanti fasi nella storia umana. Ma è davvero possibile scindere la cultura dall’ideologia politica? Da un passato che non può essere cancellato e che non deve essere dimenticato? Certo, si è trattato di un’importante fase della storia umana, ma possiamo davvero definirla straordinaria?

Diffondere conoscenza significa dare consapevolezza e possibilità di scelta, ma con il voler “proteggere” l’emblema del ventennio fascista, non si stanno forse oltrepassando dei confini?

Prec.

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