• L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Mar dei Sargassi
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati

Il caso Eriksen e il video del Mottarone: la normalizzazione dell’indecenza

Alessandro Campaiola di Alessandro Campaiola
18 Giugno 2021
in Il Fatto
Tempo di lettura: 3 minuti
Share on FacebookShare on TwitterInvia su WhatsApp

Il caso che ha visto coinvolto il centrocampista della nazionale danese e dell’Inter Christian Eriksen (con il malore che lo ha colpito sabato scorso nella partita inaugurale della sua nazionale che lo costringerà all’impianto di un defribillatore sottocutaneo) ha mostrato – e dimostrato – a tutti la necessità di un mondo gentile, solidale, una comunità vera, tangibile, fatta di cura e protezione verso il più debole. Tutto quanto, insomma, i suoi compagni di squadra hanno adoperato durante i tragici minuti in cui il calciatore ventinovenne combatteva tra la vita e la morte e, al contrario, i media hanno offeso con il loro atteggiamento morboso verso le condizioni critiche di Eriksen da vendere all’audience.

Gli attimi della tragedia sono stati trattati dallo staff danese e dai tifosi sugli spalti dello Stadio Parken in maniera diametralmente opposta agli esponenti di stampa e televisioni. I calciatori, non appena compresa la gravità della situazione, hanno fatto cerchio attorno al loro compagno, proteggendolo dallo sguardo ossessivo delle telecamere, un muro umano chiuso a protezione di Christian Eriksen mentre riceveva le cure che lo restituivano alla vita. Nel corso di quegli attimi eterni, nelle ore e nei giorni successivi, il mondo dell’informazione, invece, ha rilanciato le immagini del numero 10 mentre si accasciava, poi, il fermo immagine dell’unico varco scovato tra le braccia dei suoi compagni, con Eriksen che lasciava il campo attaccato al respiratore.

Può interessartianche...

Manfredi, tu vuo’ fa’ l’americano

Gaza: 18mila morti che non fanno effetto

Giulia Cecchettin: l’incapacità di parlarne

Il muro eretto dai giocatori in maglia bianco-rossa è il rifiuto all’istinto malsano della nostra epoca di mettere in scena il dolore e commentarlo a ogni costo, un gesto dal valore simbolico straordinario che, però, non ha intenerito chi da quello sguardo perverso trae il proprio profitto. Addirittura, qualche testata online ha fatto precedere al video del malore accorso a Christian Eriksen il consueto messaggio pubblicitario oppure accompagnato alle foto della compagna del centrocampista dell’Inter i gossip sulla coppia.

Così, mentre il solito Libero titolava Non riescono a rianimarlo mentre Eriksen giocava la partita più importante della sua giovanissima vita che stava spezzandosi, all’indomani la Gazzetta dello Sport pubblicava lo scatto sopracitato del calciatore in barella e faceva sfoggio della foto sequenza dell’accaduto a pagina 2. Chi è meglio di chi? Si può parlare del diritto alla cronaca a cui tanti si sono appellati? No. Assolutamente no. E le migliaia di commenti indignati del popolo social lo testimoniano, un coro unanime a condanna di questa normalizzazione dell’indecenza.

Così, per una volta, i social hanno smentito loro stessi, il mondo eccessivo che hanno contribuito a creare e, alle scene di Christian che si aggrappava alla sua giovane età, hanno risposto con il coro meraviglioso e spontaneo delle tifoserie di Danimarca e Finlandia che si alternavano chiamando il nome del campione della nazionale di casa al Parken: Christian – Eriksen!.

Non è solo sport, non è solo cronaca. Quella di speculare sulle immagini del dolore è una pratica ormai cavalcata da ogni giornale, ogni emittente televisiva. Alla stessa maniera in cui i media hanno cercato di perforare il muro di dignità di Kjaer e compagni, ieri i quotidiani online rendevano virale i fotogrammi che ritraggono il disastro della funivia del Mottarone. Così, con un semplice click, le immagini della cabina che si staccava dai cavi e finiva nel vuoto rimbalzavano sugli schermi di tutta Italia.

Cosa ha aggiunto quel video a quanto non si sapesse già della disgrazia accaduta in Piemonte? Quale altra ragione si cela dietro la scelta di diffondere la registrazione della videocamera di sicurezza della funivia se non quella di monetizzare tramite il clickbait e la curiosità morbosa dell’utente? Perché risulta sempre così semplice accantonare ogni deontologia e insultare la fragilità di chi, in quei momenti, non può difendersi?

Vale per le vittime del Mottarone e vale per Christian Eriksen, offerti all’altare sacrificale del guadagno a tutti i costi, del business dell’orrore che non conosce la privacy, figurarsi l’umanità che sarebbe dovuta. E, allora, ci dissociamo noi, anzi prendiamo posto: non certo di fronte all’ennesima tv accesa sulle partite dell’Europeo 2020, ma tra gli spalti, quegli spalti colorati e bellissimi, caldi di tutto l’amore che due nazioni del nord del continente hanno riversato su un ragazzo di soli ventinove anni che diceva no a un destino che sembrava giunto a spegnere la luce del suo sorriso. E urliamo con loro: Christian – Eriksen!.

Prec.

Il ritorno di Santoro: finalmente qualcuno fuori dal conformismo

Succ.

Sylvia Rivera: simbolo di Stonewall e madrina dei Pride

Alessandro Campaiola

Alessandro Campaiola

Articoli Correlati

manfredi americano
Il Fatto

Manfredi, tu vuo’ fa’ l’americano

17 Gennaio 2024

Tu vuo’ fa’ l’americano, cantava nel 1956 Renato Carosone, satira di quella corsa all’americanizzazione che il Paese intraprendeva all’indomani della Seconda guerra mondiale. Ma si’ nato in Italy, intonava poi, e il sogno restava legato all’immagine di una cuppulella...

gaza poliomelite
Il Fatto

Gaza: 18mila morti che non fanno effetto

14 Dicembre 2023

Se uccidi uno scarafaggio, sei un eroe. Se uccidi una farfalla, sei cattivo. Friedrich Nietzsche diceva che la morale ha standard estetici. Bianchi, occidentali, privilegiati. Sono gli standard del nostro specchio, quelli che ci permettono di sopravvivere all’orrore, al...

femminicidio donna giulia cecchettin
Il Fatto

Giulia Cecchettin: l’incapacità di parlarne

10 Febbraio 2024

Per anni, e con una frequenza sempre maggiore, Mar dei Sargassi ha scritto di femminicidio e violenza di genere. Per anni, abbiamo cercato parole che potessero, in qualche modo, raccontare una società che stava cambiando e che, probabilmente per...

indi gregory
Il Fatto

Indi Gregory, Sibilla Barbieri, i bambini di Gaza: i pro-vita a fatti loro

14 Novembre 2023

Indi Gregory aveva otto mesi e una malattia incurabile. Ho iniziato questo articolo scrivendo di lei al presente, poi ho dovuto cambiare i tempi verbali perché, di tempo, quello scandito dal passare delle stagioni, il vestito che si fa...

Succ.
sylvia-rivera

Sylvia Rivera: simbolo di Stonewall e madrina dei Pride

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

I più letti del mese

  • porno napoli o napoli porno di deborah d'addetta

    Porno Napoli (o Napoli Porno, vedete un po’ voi)

    1060 shares
    Share 424 Tweet 265
  • Storia eretica del sangue mestruale

    906 shares
    Share 362 Tweet 227
  • Esorcisti e psichiatri: demoni o psicosi?

    822 shares
    Share 329 Tweet 206
  • Van Gogh e l’indefinibile confine tra genio e follia

    533 shares
    Share 213 Tweet 133
  • Il suicidio nella letteratura: dal giovane Werther a Jacopo Ortis

    663 shares
    Share 265 Tweet 166
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Privacy policy

Direttore: Alessandro Campaiola

Registrazione al Tribunale di Napoli – Autorizzazione n. 35 del 15/09/2017

Le foto presenti in MarDeiSargassi.it sono reperite su internet, pertanto considerate di pubblico dominio.
Qualora il proprietario di una o più di queste dovesse ritenere illecito il suddetto utilizzo, non esiti a contattare la redazione affinché possano essere rimosse

Iscriviti alla nostra newsletter.

© Copyright 2024 Mar Dei Sargassi | All Right Reserved
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • L’Anguilla
  • Viola
  • Margini
  • Lapis
    • Camera Chiara
  • Paprika
  • Ciak!
  • Billy
  • Bisturi
  • Archivio
    • Appuntamenti
    • Attualità
    • Cinema
    • Il Fatto
    • Interviste
    • L’opinione
    • Rubriche
    • Viaggi
    • Varie