Ci saremo! Domani, mercoledì 21 febbraio, a Roma, il nostro giornale sosterrà i diritti della città in cui milita, di cui racconta ogni giorno, davanti Montecitorio e Palazzo Chigi, contro i soprusi di uno Stato che continua a tagliarla fuori dalla vita politica, sociale ed economica del Paese per uno sporco gioco di potere tenuto in pugno dai principali partiti che hanno determinato le sorti italiane negli ultimi vent’anni.
Partiti, il PD e Forza Italia, che farebbero bene, invece, a guardarsi finalmente in casa mossi da un ultimo sussulto di dignità, a pulire le liste dei propri adepti, ormai pregne di curricula degni della storia della Seconda Repubblica, con lo scandalo rifiuti firmato dalla redazione di Fanpage a mettere in evidenza – qualora ce ne fosse stato bisogno – il binomio Stato-mafia che mai ha abbandonato le istituzioni, i Palazzi spesso occupati proprio dalle due liste appena citate e, anche in questo caso, coinvolte.
Il braccio di ferro con la città di Napoli, con la persona del Sindaco Luigi de Magistris, siamo pronti a scommetterci, non sarebbe avvenuto se a Palazzo San Giacomo avesse preso posto chiunque – tanto non avrebbe fatto alcuna differenza – dei loro rappresentanti. Basti tornare indietro di appena un paio d’anni e ricordarsi dell’appoggio, ai limiti dell’incredibile, che il primo partito di (pseudo) centrosinistra prontamente portò al candidato forzista, Lettieri, in occasione dell’ultimo ballottaggio.
Già troppe volte – e con ogni mezzo – da Roma hanno provato a mettere le mani su Napoli, fuoco ribelle di un Sud che si anima in direzione contraria alla logica del sistema. Già troppe volte, il Primo Cittadino è stato messo alle corde, salvo poi reagire grazie ai colpi di un popolo, quello arancione, stanco della monnezza organica e politica che spesso ha affogato le proprie strade.
Quello del blocco delle casse comunali per un debito di circa cento milioni contratto dallo Stato con il commissariamento del terremoto del 1980 e un altro di circa cinquanta per il commissariamento emergenza rifiuti in Campania degli anni 2000 è un atto criminale volto soltanto a lasciar puntare il dito contro i problemi che, inevitabilmente, lieviterebbero nella città del Vesuvio e a cui il cittadino medio si appellerebbe cercando nella giunta attuale l’indiziato da sostituire con la logica del “si stava meglio quando si stava peggio”, pratica molto in voga ultimamente nel Paese, e contro cui lo stesso PD si guarda bene dall’intervenire. Certi voti sono bramati da chiunque ormai.
Fanno pagare a noi, guarda caso, le stagioni della democrazia commissariata. Vogliono mettere il piombo sulle nostre ali, non consentirci di erogare i servizi di cui la Città ha bisogno. Come si fa a governare con la cassa bloccata? Noi abbiamo da sette anni liberato Napoli dai rifiuti, dal Sistema criminale fatto di collusioni tra affari, politica e camorra e ci fanno pagare gli effetti delle politiche scellerate che i napoletani hanno spazzato via con il voto e noi distrutto con il governo dalle mani pulite. È ingiusto ed illegittimo che la nostra Città ed i suoi abitanti debbano subire gli effetti di tutto questo impedendoci di realizzare diritti e soddisfare bisogni.
È questo il ruggito di de Magistris, un grido raccolto da centinaia di concittadini, tra cui il nostro direttore editoriale, Antonio Salzano, che sfilerà dietro la bandiera della città partenopea e per la città partenopea. Già, perché prendere parte a questa battaglia, a questa sfida, non è un impegno da politicizzare, ma un dovere civico a cui dovrebbero unirsi – se solo fossero mosse da un reale interesse verso Napoli e i napoletani – anche le forze d’opposizione, anche i partiti di maggioranza a cui oggi conviene tenersi a distanza da de Magistris, almeno fino al prossimo 4 marzo. Scendere in strada, a Roma, domani, è un atto dovuto a difesa non di un partito, non di un Sindaco, ma di una città martoriata da politiche federaliste che ingrassano il Nord a discapito del Sud, una città tenuta fuori dalle agende di governo da anni. Una città che, però, fa ancora gola, una pedina importante sulla scacchiera del potere. I fatti recenti di cronaca lo testimoniano con intrascurabile vigore.
Esserci, cittadini, comitati, associazioni, mezzi d’informazione, è un atto dovuto a se stessi, è un atto dovuto a Napoli, alla sua storia e al suo futuro.
